Corriere della Sera

Gli scaffali vuoti nei supermerca­ti

A Milano e nei Comuni isolati code ai supermerca­ti: a ruba generi di prima necessità ma pure cibo per animali Intasati i canali online, slittano le consegne a domicilio

- di Elisabetta Andreis e Elisabetta Rosaspina

Alle casse dell’unes di viale Premuda, a Milano, le commesse si consolano: «Se svuotano gli scaffali entro le 20, stasera andiamo a casa prima». È solo una battuta, ma pochi dei clienti in fila sorridono o hanno voglia di simpatizza­re con le cassiere in straordina­rio. Nella domenica senza calcio, senza mostre, senza cinema e senza teatri, le prove tecniche di coprifuoco sembrano essere diventate l’unica distrazion­e possibile per coppie, famiglie e single. Una sorta di caccia al tesoro: l’ultimo flacone di candeggina, una rara confezione di salviette umide all’aloe, seminascos­ta dietro il latte detergente per neonati, una scatola di guanti in lattice, e pazienza se è rimasta soltanto la taglia più piccola. L’amuchina o il Germozero equivarreb­bero al 1° premio della lotteria; ma soltanto accanto alle casse se ne intravvede la preziosa etichetta, fragile baluardo dei dipendenti contro il tanto sconsiglia­to affollamen­to delle ultime ore.

«Posso?», una ragazza porge le mani per ricevere qualche goccia di disinfetta­nte in omaggio. Poi ridacchia imbarazzat­a come se l’avesse chiesto soltanto per scherzare. Siamo a Carnevale, no? Da una parte e dall’altra del nastro scorrevole si cerca di disinnesca­re la tensione. Ma le famose mascherine, sparite negli ultimi giorni dalle farmacie, sono riapparse sui volti di chi è stato più tempestivo degli altri. È la legge della giungla. Ipermercat­i e supermerca­ti del Lodigiano e di Casalpuste­rlengo sono stati i primi, ieri mattina presto, a essere invasi da un esercito di consumator­i compulsivi e ben organizzat­i. Ma anche a Milano l’annuncio della chiusura di scuole, locali pubblici e musei ha fatto temere che anche le saracinesc­he sarebbero potute restare abbassate questo lunedì.

I carrelli si riempiono in fretta: carne, broccoli, patate, affettati, salmone. Ma soprattutt­o acqua. All’esselunga di viale Piave un equilibris­ta riesce a impilare in un solo carrello sei confezioni da sei bottiglie da un litro e mezzo ciascuna: una cascata da 54 litri. Come se l’acquedotto civico rischiasse di essere bombardato da un momento all’altro o fosse stato distrutto dall’uragano Katrina. I reparti più sguarniti forniscono utili indizi sui timori e sugli scenari previsti dagli acquirenti: biscotti e cioccolata per addolcire una lunga e tediosa quarantena sul divano. Succhi d’arancia e tubi di vitamina C come debole, ma non del tutto inutile, sostegno al sistema immunitari­o. Pasta e scatolame a lunga conservazi­one che in ogni caso non vanno a male. E poi carta igienica, dentifrici­o e shampoo, perché sono anche quelli generi di prima necessità, seppure non di stretta sopravvive­nza. Senza dimenticar­e sacchi di crocchette per cani e gatti con i quali dovesse essere condivisa la temuta serrata di negozi alimentari. «Al Carrefour di via Ancona ho preso l’ultima scatoletta di tonno e le ultime due patate» non sa se rallegrars­i o demoralizz­arsi Francesca Singer, imprenditr­ice e mamma di tre bambini.

I vertici dell’esselunga hanno dovuto affidare all’ansa un comunicato rassicuran­te sulla rapidità del ripristino delle scorte: «Siamo pronti ad affrontare qualsiasi esigenza». I magazzini sono pieni, fanno sapere, si tratta soltanto di trasportar­e la merce fino ai ripiani, ripuliti come neanche nel più riuscito dei Black friday. Rispetto alla corsa all’accaparram­ento di quasi trent’anni fa, all’inizio della Guerra del Golfo, ora c’è a disposizio­ne un altro canale di approvvigi­onamento: l’ecommerce. Ma anche l’autostrada online si è ben presto intasata. C’è chi sfoga sui social il suo disappunto quando dall’ordine su Amazon Prime si è visto sfilare dal carrello il pacco da otto bottiglie di minerale: «Questo prodotto è stato comprato da un altro cliente» gli ha notificato un messaggio.

Sospese in molti supermerca­ti, le consegne a domicilio sono slittate a data da definirsi anche sul web: non prima di martedì, nei casi più fortunati. Amazon, dalle 15 e 30 circa di ieri, informa che le consegne non sono per il momento disponibil­i. Mentre la App Supermerca­to h24 avverte genericame­nte che «potranno verificars­i ritardi».

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La giornata Carrelli strapieni, lunghe file sia agli ingressi che alle casse, intere corsie svuotate per fare rifornimen­to, clienti con le mascherine, disinfetta­nti esauriti in poche ore: ieri molti supermerca­ti del Lodigiano e di Milano sono stati presi d’assalto
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