Cibo a domicilio e checkpoint Vita da isolati
I blocchi nel Lodigiano dalla sera di ieri, percorsi protetti per i beni di prima necessità e farmaci Ma c’è chi tiene regolarmente aperto il negozio
La zona rossa del Lodigiano. Le forze che presidiano. Palette e divise. All’interno ci sono circa 47 mila persone alle quali è stato consigliato di rimanere in casa, ma che volendo possono uscire per le vie del proprio Comune o raggiungere gli altri paesi della zona rossa. Tutti «prigionieri» della quarantena.
Alle cinque del pomeriggio compare il primo checkpoint. Una squadra di poliziotti blocca le auto dirette a Terranova dei Passerini, uno dei nomi nell’elenco della zona rossa. Quattro chilometri da Codogno, a uno e mezzo da Castiglione D’adda, entrambi Comuni veicoli dell’infezione.
Dal finestrino del sedile passeggero si fa fatica a sentire la voce dell’agente che indica la via più veloce per uscire dalla zona, ma di scendere per sentire meglio non se ne parla proprio. «No, signora. Rimanga pure in macchina». Obiezione sul merito: sto (dichiaratamente) arrivando da Codogno, focolaio dei focolai, e loro sostengono che non si può andare a Terranova, d’accordo. Ma si può andare a Milano. E quindi la domanda è: chiunque (persone infette comprese) potrebbe uscire da Codogno per raggiungere Milano? La risposta non arriva dalla pattuglia della polizia ma dai fatti: certo che può. Si va verso Lodi e si procede fino a Milano. Tutto questo per accendere i riflettori sui tempi. Nel giorno in cui cinque regioni chiudono scuole, cinema, musei, bar e qualsiasi altro luogo di aggregazione, il giorno dopo l’annunciato decreto per creare una cintura di sicurezza attorno ai Comuniepicentro del coronavirus, quegli stessi Comuni sono accessibili in ingresso e in uscita almeno fino a pomeriggio inoltrato, alcuni fino alla prima serata. L’orologio segna le 19 quando si cominciano a notare i lampeggianti accesi delle auto delle forze dell’ordine schierate per controllare gli oltre 30 checkpoint che di fatto mettono in quarantena dieci Comuni del Lodigiano.
A parte Codogno, Terranova e Castiglione la lista comprende anche Casalpusterlengo, Somaglia, San Fiorano, Bertonico, Maleo, Castelgerundo e Fombio, per un totale di circa 47 mila persone alle quali è stato consigliato di rimanere in casa ma che volendo possono uscire per le vie del proprio Comune o raggiungere gli altri Comuni della zona rossa.
Tutto questo dovrebbe durare un paio di settimane ma la situazione è in evoluzione e non è detto che i tempi non diventino più lunghi. Non è da escludere nemmeno la possibilità che l’area presidiata si estenda man mano che si definisce la diffusione del contagio: c’è chi ipotizza addirittura un futuro blocco già all’uscita del casello Basso Lodigiano di Guardamiglio, zona di confine fra Lodi e Piacenza lungo l’autostrada del Sole.
Il prefetto di Lodi, Marcello
Cardona, prevede per oggi «un primo step importante. Perché essere in queste condizioni di domenica è un conto, altro è il lunedì, quando dovrebbe riprendere la vita lavorativa. Questo passaggio per il territorio sarà importante e noi, con l’aiuto dei sindaci, cercheremo di rendere normale la vita quotidiana che sembrerà quanto mai anomala nei giorni lavorativi».
Per assicurare a tutti i beni di prima necessità ci saranno percorsi protetti per le consegne di generi alimentari e medicine: si arriva con guanti e mascherine, si scarica tutto e si torna, senza contatti diretti per chi riceve la merce.
In una Codogno deserta come non si era mai vista ieri c’è stato un mini-assembramento soltanto nel negozio di frutta e verdura di fronte al municipio. «Ho deciso di tenere aperto ma ho sempre tenuto su la mascherina» spiega il titolare magrebino. Niente messa, la farmacia della piazza «aperta per urgenze ma a battenti chiusi» ormai da tre giorni, e per le strade soltanto uomini e donne a
Le tempistiche
Ieri mattina si poteva uscire da Codogno per andare a Milano. Poi alle 19 i blocchi
Per le strade
Niente messa, la farmacia aperta per urgenza a battenti chiusi
passeggio con i cani.
A Castiglione, invece, il sottofondo sono le voci di ragazzini che girano a scattare selfie e a cantare cori da stadio. Rebecca e Joseph dicono che «sennò sai che mortorio! Lo facciamo anche per portare un po’ di allegria — aggiunge lui — perché i bambini oggi piangevano: hanno paura degli uomini con le maschere e le tute bianche. Se vedono noi che facciamo un po’ i pagliacci almeno ridono un po’».
Se non spavento, un po’ di preoccupazione è sulle facce di tutti. Prendi i due carabinieri a uno dei posti di blocco per il Comune di Terranova. Quando un’auto si avvicina per chiedere informazioni il militare tira su il finestrino per tre quarti. La prudenza, si sa, non è mai troppa.