Corriere della Sera

Angela, 68 anni la terza vittima «Soffriva già di patologie molto gravi»

- Francesca Morandi

Èmorta all’ospedale di Crema la terza vittima del coronaviru­s, la seconda in Lombardia. Si chiamava Angela Denti Tarzia, aveva 68 anni. Vedova, madre di tre figli, casalinga, la donna era originaria di Bagnolo Cremasco, ma risiedeva a Trescore Cremasco, paese di 2.800 abitanti in provincia di Cremona. Dal 18 febbraio era ricoverata nel reparto di Oncologia ed è risultata positiva al tampone effettuato post mortem.

In precedenza era stata ricoverata per un lungo periodo all’ospedale Maggiore di Cremona. A dare l’annuncio è stato l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera. «La salute della signora Angela era già gravemente compromess­a, quando quest’infezione ne ha provocato la morte», ha spiegato Angelo Barbati, il sindaco di Trescore Cremasco. «Ho subito contattato uno dei figli — ha continuato il primo cittadino — per porgere ai familiari le condoglian­ze a nome mio e della comunità trescorese. La perdita di Angela, che conoscevo, mi colpisce molto. Era una persona eccezional­e, che più volte era venuta a darci una mano quando negli anni scorsi organizzav­amo, come sezione di Trescore Cremasco, la festa annuale della Lega Nord». Dopo la notizia della morte della 68enne, in paese qualcuno ha espresso preoccupaz­ione. Ma il sindaco ha invitato a non fare allarmismi. «Tengo a precisare — ha insistito Barbati — che la signora Denti Tarzia era già molto malata e che, durante il trasporto da Cremona a Crema, aveva subito anche un attacco cardiaco. Il suo quadro clinico era compromess­o. Ora si dirà che il decesso è avvenuto per colpa del coronaviru­s. Io dico che si sta enfatizzan­do troppo una problemati­ca che è comunque seria, nessuno lo nega, ma non vorrei si esagerasse». Per il sindaco «la psicosi sta prendendo il sopravvent­o». Lo stesso prefetto di Cremona, Vito Danilo Gargliardi, nella conferenza stampa di ieri sera ha evidenziat­o come la donna deceduta all’ospedale di Crema avesse «una sintomatol­ogia oncologica, dunque era già provata».

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