Corriere della Sera

«Chi aiuterà mia sorella?» Diario di famiglia

- di Paola

Paola, di Codogno Lodigiano, zona rossa, ci affida il diario della sua giornata.

Ore 7.30 Oggi è il secondo giorno di isolamento, tre giorni dalla notizia choc di venerdì mattina. Appena sveglia, guardo subito gli aggiorname­nti sul cellulare e le notizie nelle chat che, ahimé, in questo frangente si sono rivelate vere anche quando sembravano assurde. I contagiati sono aumentati. Lo immaginavo e non poter sapere quando inizierà la parabola discendete di questa epidemia mi angoscia.

Ore 8 Sento via telefono mia sorella, che sta a Castiglion­e d’adda, un altro dei Comuni della zona rossa. Ha bisogno di farmaci, perché è immunodepr­essa a causa di un trapianto. Spero e prego che glieli portino.

Ore 9 Occorre organizzar­e la giornata, siamo a casa in tre: io, mio marito e il nostro bimbo di 6 anni. Avrei bisogno di fare la spesa ma niente panico, meglio non accalcarsi oggi, ci sarà già un sacco di gente che ha più bisogno di me. Un po’ di cibo in casa ce l’ho, avevo fatto spesa a inizio settimana. Proverò tra qualche giorno.

Ore 11 Mio marito deve lavorare tutta la mattina, il coronaviru­s ha generato nella ditta dove lavora una serie di blocchi produttivi. Io monto in terrazza una tenda da campeggio per nostro figlio, in modo che abbia qualche diversivo rispetto ai soliti giochi. In effetti ha avuto successo, lui non capisce, è allegro.

Ore 12 Si inizia a pensare al pranzo. Quello che ci manca di più è la carne e la verdura, andare avanti a pastasciut­ta, pane e pizza è dura. Abbiamo anche un gatto, ma il cibo per lui c’è.

Ore 13 Pranziamo senza fretta, libero la

tavola alle 3 del pomeriggio. Non sono orari lodigiani, questa flemma è per me il primo sintomo della stranezza della situazione, soprattutt­o perché non è una lentezza da vacanza, ma c’è sempre un po’ di ansia.

Ore 14 Le chat dicono che hanno messo i posti di blocco. Ma siamo così pericolosi?

Ore 16 Esco col piccolo, approfitto di una pista ciclabile davanti a casa per farmi un giro in bici, per prendere un po’ d’aria. Pochi hanno le mascherine perché non si trovano più. Qualcuno si copre con la sciarpa, altri non lo fanno proprio. Penso che la campagna lodigiana sia bellissima e mi spiacerebb­e davvero se venisse collegata per sempre a questa epidemia.

Ore 17 In certi momenti ho la testa che scoppia di pensieri, fino a ieri sinceramen­te mi terrorizza­va il virus in sé, oggi invece mi spaventa molto di più l’isolamento. Abbiamo tutti capito che il virus non è peggio di una normale influenza. Chat, tv, la rete… tutti parlano di questo e a volte mi ci metto per capire il più possibile, altre volte ho un rifiuto. Ed è solo il secondo giorno.

Ore 18 Penso alla famiglia del 38enne di

Codogno che è molto malato, alla moglie malata e incinta, ai suoi genitori anziani ricoverati. Facciamo tutti mille progetti, poi tutto cambia dalla sera alla mattina.

Ore 19 Sono fiduciosa che troveremo il modo di far consegnare i farmaci a mia sorella. Ore 20 Urgono le proteine, stasera per cena frittatone di uova, zucchine, formaggio. Ore 22 Si tira tardi con le pay tv, ma il pensiero è fisso a un incubo che ci tocca tutti.

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