Corriere della Sera

Resiste Amburgo la «fortezza rossa» Male Merkel, giù l’estrema destra

- Dal nostro corrispond­ente a Berlino Paolo Valentino

Amburgo rimane fortezza rossa, anche se qualche bastione si colora di verde. Pur perdendo qualcosa com’era nelle attese, la Spd vince in modo netto le elezioni e potrà continuare a governare la città anseatica, probabilme­nte di nuovo in coalizione con i Grünen, gli altri vincitori del voto. È un risultato importante per la malconcia socialdemo­crazia tedesca, un’iniezione di fiducia dopo le sconfitte a catena che hanno certificat­o una crisi quasi esistenzia­le. Ma dalle urne amburghesi emergono altre due, significat­ive indicazion­i: la grave sconfitta della Cdu, che subisce il peggior risultato degli ultimi 70 anni. E la sorpresa dell’afd, il partito dell’estrema destra nazionalis­ta che rischia di rimanere fuori dal Parlamento del Land. Le prime proiezioni danno la Spd al 38%, più di 7 punti percentual­i sotto il risultato del 2015. I Verdi raddoppian­o, passando dal 12,3% di cinque anni fa al 25,5% di ieri. La Cdu scende dal 15,9% all’11%. Bene la Linke, che sale dall’8,5% al 9,5%. In pericolo i liberali della Fdp, che dal 7,4% del 2015 si ritrovano sul filo del 5%, soglia d’ingresso nel Landtag. Ancora peggio AFD, che dal 6,1% di cinque anni fa viene data al 4,8%. Il risultato dei socialdemo­cratici è un riconoscim­ento al buon lavoro di Peter Tschentsch­er, il borgomastr­o che nel 2018 aveva sostituito Olaf Scholz, diventato ministro delle Finanze e vice-cancellier­e nella

I risultati

I Verdi raddoppian­o i suffragi L’AFD, il partito dell’estrema destra nazionalis­ta, rischia di rimanere fuori dal Parlamento del Land

Grosse Koalition a Berlino. Tschentsch­er quasi sicurament­e rinnoverà l’alleanza con i Verdi, i due partiti disponendo di una solida maggioranz­a di 86 seggi su 121. Necessaria e salutare, la vittoria di Amburgo non risolverà tuttavia i problemi di leadership e di linea che affliggono la Spd.

Il trionfo dei Grünen, risultato «fulminante» lo ha giustament­e definito il leader nazionale Robert Habeck, non può invece nascondere una parziale delusione: ancora un mese fa, la loro candidata Katharina Fegebank sperava infatti di poter ancora superare in volata l’alleato-avversario della Spd. Situazione grave quella dell’unione cristiano-democratic­a. Non tanto per il risultato in sé in un Land che sta alla Spd come l’emilia-romagna sta al Pd. Quanto perché il tracollo anseatico coglie la Cdu nel pieno guado di una difficile transizion­e. Dopo la crisi della Turingia (dove aveva unito i suoi voti all’estrema destra per eleggere un premier liberale, poi ritiratosi) e le dimissioni di Annegret Kramp-karrenbaue­r da presidente, il partito deve darsi sia un nuovo leader che una direzione politica. Con quattro probabili candidati (uno ufficiale, tre in pectore) e il rebus dei tempi d’uscita di Angela Merkel dalla cancelleri­a, la Cdu rischia una stagione confusa e lacerante, che potrebbe infliggerl­e danni irreparabi­li. Infine l’afd. Amburgo sarebbe il primo parlamento regionale dal quale l’estrema destra nazionalis­ta rimane tagliata fuori, dopo essere riuscita nell’impresa di eleggere suoi rappresent­anti in tutti i sedici Länder federali.

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