Resiste Amburgo la «fortezza rossa» Male Merkel, giù l’estrema destra
Amburgo rimane fortezza rossa, anche se qualche bastione si colora di verde. Pur perdendo qualcosa com’era nelle attese, la Spd vince in modo netto le elezioni e potrà continuare a governare la città anseatica, probabilmente di nuovo in coalizione con i Grünen, gli altri vincitori del voto. È un risultato importante per la malconcia socialdemocrazia tedesca, un’iniezione di fiducia dopo le sconfitte a catena che hanno certificato una crisi quasi esistenziale. Ma dalle urne amburghesi emergono altre due, significative indicazioni: la grave sconfitta della Cdu, che subisce il peggior risultato degli ultimi 70 anni. E la sorpresa dell’afd, il partito dell’estrema destra nazionalista che rischia di rimanere fuori dal Parlamento del Land. Le prime proiezioni danno la Spd al 38%, più di 7 punti percentuali sotto il risultato del 2015. I Verdi raddoppiano, passando dal 12,3% di cinque anni fa al 25,5% di ieri. La Cdu scende dal 15,9% all’11%. Bene la Linke, che sale dall’8,5% al 9,5%. In pericolo i liberali della Fdp, che dal 7,4% del 2015 si ritrovano sul filo del 5%, soglia d’ingresso nel Landtag. Ancora peggio AFD, che dal 6,1% di cinque anni fa viene data al 4,8%. Il risultato dei socialdemocratici è un riconoscimento al buon lavoro di Peter Tschentscher, il borgomastro che nel 2018 aveva sostituito Olaf Scholz, diventato ministro delle Finanze e vice-cancelliere nella
I risultati
I Verdi raddoppiano i suffragi L’AFD, il partito dell’estrema destra nazionalista, rischia di rimanere fuori dal Parlamento del Land
Grosse Koalition a Berlino. Tschentscher quasi sicuramente rinnoverà l’alleanza con i Verdi, i due partiti disponendo di una solida maggioranza di 86 seggi su 121. Necessaria e salutare, la vittoria di Amburgo non risolverà tuttavia i problemi di leadership e di linea che affliggono la Spd.
Il trionfo dei Grünen, risultato «fulminante» lo ha giustamente definito il leader nazionale Robert Habeck, non può invece nascondere una parziale delusione: ancora un mese fa, la loro candidata Katharina Fegebank sperava infatti di poter ancora superare in volata l’alleato-avversario della Spd. Situazione grave quella dell’unione cristiano-democratica. Non tanto per il risultato in sé in un Land che sta alla Spd come l’emilia-romagna sta al Pd. Quanto perché il tracollo anseatico coglie la Cdu nel pieno guado di una difficile transizione. Dopo la crisi della Turingia (dove aveva unito i suoi voti all’estrema destra per eleggere un premier liberale, poi ritiratosi) e le dimissioni di Annegret Kramp-karrenbauer da presidente, il partito deve darsi sia un nuovo leader che una direzione politica. Con quattro probabili candidati (uno ufficiale, tre in pectore) e il rebus dei tempi d’uscita di Angela Merkel dalla cancelleria, la Cdu rischia una stagione confusa e lacerante, che potrebbe infliggerle danni irreparabili. Infine l’afd. Amburgo sarebbe il primo parlamento regionale dal quale l’estrema destra nazionalista rimane tagliata fuori, dopo essere riuscita nell’impresa di eleggere suoi rappresentanti in tutti i sedici Länder federali.