La preside anti bulli «Coinvolgere le famiglie è la mossa vincente»
Verona, Molinari dirige la prima scuola certificata
Mila
Sono gli alunni dell’«istituto comprensivo 1» di San Bonifacio, nel Veronese
Per cento
È la quota di studenti fra gli 11 e i 17 anni che secondo l’istat dichiara di aver subito atti di bullismo
L’enorme fabbricato spunta all’inizio di una stradina anonima. È una scuola: «Istituto comprensivo 1» San Bonifacio. San Bonifacio è un paese del profondo Est di Verona, a due passi però da Vicenza. Oltre 20 mila abitanti, tanti stranieri e un mix di mondi opposti che convivono: industrie e campi, eleganti villette a schiera e dozzinali condomini. L’«istituto comprensivo 1» simboleggia un po’ tutto questo: ha oltre 1.500 bambini e ragazzi, il quaranta per cento figli di immigrati, distribuiti in sei scuole: tre dell’infanzia, due primarie e una secondaria di primo grado. Non è un caso, dunque, che sotto la cortina fumogena del nome burocratico, in quell’edificio sia nato un esperimento di avanguardia sociale.
La scuola è la prima in Italia ad aver ottenuto la certificazione «anti bulli» rilasciata, in accordo con il ministero, dall’ente Csqa (fondato nel 1990 e tra i più importanti a livello europeo). Un riconoscimento frutto di un lavoro di mesi, condotto in prima persona dalla preside, Wilma Molinari.
Dirigente scolastico
Wilma Molinari dirige l’istituto di San Bonifacio
«L’idea mi è nata dopo aver letto la prassi di riferimento sul bullismo — racconta la dirigente scolastica —. Ho riscontrato che avevamo in mano uno strumento soprattutto preventivo per educare e formare
gli alunni. E così abbiamo attivato unità didattiche di cittadinanza, costituzione ed educazione civica, con un particolare taglio agli effetti dei comportamenti sociali e il richiamo all’accoglienza, alla tolleranza e all’inclusione. Ogni insegnante nelle sue ore di lezione si occupa anche di questo». Il certificato è stato ottenuto grazie alla previsione di una serie di procedure, pensate per educare e sensibilizzare gli alunni sui temi del bullismo e del cyberbullismo. Dice la preside: «Corsi specifici didattici per la prevenzione; un regolamento che prevede la possibilità di controlli a sorpresa nelle classi e, infine, misure sanzionatorie rieducative».
Secondo l’istat più del 50 per cento dei ragazzi dagli 11 ai 17 anni dichiara di aver subito soprusi, oppressione fisica o psicologica: «Fortunatamente da noi non si sono mai registrati episodi conclamati — prosegue la preside —. Tuttavia ci siamo impegnati a creare un sistema disciplinare e didattico, perché oggi i fenomeni di bullismo e cyberbullismo aumentano, i bambini crescono più velocemente e tutto è anticipato rispetto a qualche anno fa. Noi siamo il primo ciclo di istruzione e abbiamo la responsabilità di prevenire futuri comportamenti sgradevoli».
La scuola, come detto, si è dotata anche di un codice
Il progetto
● L’«istituto comprensivo 1» di San Bonifacio, nel Veronese, è la prima scuola ad ottenere la certificazione in Italia «anti bulli» dal ministero della Pubblica Istruzione e dall’ente Csqa
VERONA
● Prevede procedure, pensate per educare e sensibilizzare sui temi del bullismo e del cyberbullismo sanzionatorio: «In accordo con la famiglia, che rimane il nostro punto di riferimento — sottolinea Molinari —. Si tratta di sanzioni soprattutto rieducative, mirate a risanare il comportamento sbagliato con azioni di solidarietà e positive. Per esempio l’aiuto a un compagno in difficoltà, contributi concreti alla scuola in tema di educazione ambientale ed ecologica, approfondimenti autonomi sul tema del bullismo da condividere poi con la classe. Il provvedimento di sospensione o allontanamento è l’extrema ratio in caso di comportamenti gravi o reiterati».
I genitori, che hanno seguito passo dopo passo lo sviluppo del progetto, sembrano San condividere Bonifacio positivamente l’iniziativa. Alberto Musumeci ha la figlia Sara alle 0 5 km medie, Mattia
e Giacomo alla primaria e Francesco è alla scuola d’infanzia: «I nostri ragazzi sono più tutelati e nello stesso tempo vengono aiutati a crescere. La scuola ha assunto un impegno rilevante e sta dando un messaggio forte a livello educativo e sociale. Bullismo e cyberbullismo purtroppo esistono e qui si cerca di contrastarli concretamente».
Zevio
Vallese