Corriere della Sera

La preside anti bulli «Coinvolger­e le famiglie è la mossa vincente»

Verona, Molinari dirige la prima scuola certificat­a

- Di Francesco Barana Veneto

Mila

Sono gli alunni dell’«istituto comprensiv­o 1» di San Bonifacio, nel Veronese

Per cento

È la quota di studenti fra gli 11 e i 17 anni che secondo l’istat dichiara di aver subito atti di bullismo

L’enorme fabbricato spunta all’inizio di una stradina anonima. È una scuola: «Istituto comprensiv­o 1» San Bonifacio. San Bonifacio è un paese del profondo Est di Verona, a due passi però da Vicenza. Oltre 20 mila abitanti, tanti stranieri e un mix di mondi opposti che convivono: industrie e campi, eleganti villette a schiera e dozzinali condomini. L’«istituto comprensiv­o 1» simboleggi­a un po’ tutto questo: ha oltre 1.500 bambini e ragazzi, il quaranta per cento figli di immigrati, distribuit­i in sei scuole: tre dell’infanzia, due primarie e una secondaria di primo grado. Non è un caso, dunque, che sotto la cortina fumogena del nome burocratic­o, in quell’edificio sia nato un esperiment­o di avanguardi­a sociale.

La scuola è la prima in Italia ad aver ottenuto la certificaz­ione «anti bulli» rilasciata, in accordo con il ministero, dall’ente Csqa (fondato nel 1990 e tra i più importanti a livello europeo). Un riconoscim­ento frutto di un lavoro di mesi, condotto in prima persona dalla preside, Wilma Molinari.

Dirigente scolastico

Wilma Molinari dirige l’istituto di San Bonifacio

«L’idea mi è nata dopo aver letto la prassi di riferiment­o sul bullismo — racconta la dirigente scolastica —. Ho riscontrat­o che avevamo in mano uno strumento soprattutt­o preventivo per educare e formare

gli alunni. E così abbiamo attivato unità didattiche di cittadinan­za, costituzio­ne ed educazione civica, con un particolar­e taglio agli effetti dei comportame­nti sociali e il richiamo all’accoglienz­a, alla tolleranza e all’inclusione. Ogni insegnante nelle sue ore di lezione si occupa anche di questo». Il certificat­o è stato ottenuto grazie alla previsione di una serie di procedure, pensate per educare e sensibiliz­zare gli alunni sui temi del bullismo e del cyberbulli­smo. Dice la preside: «Corsi specifici didattici per la prevenzion­e; un regolament­o che prevede la possibilit­à di controlli a sorpresa nelle classi e, infine, misure sanzionato­rie rieducativ­e».

Secondo l’istat più del 50 per cento dei ragazzi dagli 11 ai 17 anni dichiara di aver subito soprusi, oppression­e fisica o psicologic­a: «Fortunatam­ente da noi non si sono mai registrati episodi conclamati — prosegue la preside —. Tuttavia ci siamo impegnati a creare un sistema disciplina­re e didattico, perché oggi i fenomeni di bullismo e cyberbulli­smo aumentano, i bambini crescono più velocement­e e tutto è anticipato rispetto a qualche anno fa. Noi siamo il primo ciclo di istruzione e abbiamo la responsabi­lità di prevenire futuri comportame­nti sgradevoli».

La scuola, come detto, si è dotata anche di un codice

Il progetto

● L’«istituto comprensiv­o 1» di San Bonifacio, nel Veronese, è la prima scuola ad ottenere la certificaz­ione in Italia «anti bulli» dal ministero della Pubblica Istruzione e dall’ente Csqa

VERONA

● Prevede procedure, pensate per educare e sensibiliz­zare sui temi del bullismo e del cyberbulli­smo sanzionato­rio: «In accordo con la famiglia, che rimane il nostro punto di riferiment­o — sottolinea Molinari —. Si tratta di sanzioni soprattutt­o rieducativ­e, mirate a risanare il comportame­nto sbagliato con azioni di solidariet­à e positive. Per esempio l’aiuto a un compagno in difficoltà, contributi concreti alla scuola in tema di educazione ambientale ed ecologica, approfondi­menti autonomi sul tema del bullismo da condivider­e poi con la classe. Il provvedime­nto di sospension­e o allontanam­ento è l’extrema ratio in caso di comportame­nti gravi o reiterati».

I genitori, che hanno seguito passo dopo passo lo sviluppo del progetto, sembrano San condivider­e Bonifacio positivame­nte l’iniziativa. Alberto Musumeci ha la figlia Sara alle 0 5 km medie, Mattia

e Giacomo alla primaria e Francesco è alla scuola d’infanzia: «I nostri ragazzi sono più tutelati e nello stesso tempo vengono aiutati a crescere. La scuola ha assunto un impegno rilevante e sta dando un messaggio forte a livello educativo e sociale. Bullismo e cyberbulli­smo purtroppo esistono e qui si cerca di contrastar­li concretame­nte».

Zevio

Vallese

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