Corriere della Sera

LA FIERA DELLE ILLUSIONI DEL NUOVO MONDO POLITICO

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Caro direttore, manifestan­do, i grillini potranno raccattare pure qualche voto in più, di sicuro accontente­ranno i cosiddetti duri e puri. Ma poi? Al governo se ci si sta si deve governare e la realtà, ben diversa, li smentisce. I duri e puri continuera­nno a votarli, ma restano i voti degli altri italiani. Il M5S, bisogna dirlo chiarament­e, parla alla pancia ma poi al governo si rimangia tutto. Agli italiani, sembra che vada bene così. I grillini devono dire che vogliono fare da grandi e non solo garantirsi, per quelli che restano, un posto al sole. Non so se lei è d’accordo: in questo periodo l’anomalia politica è proprio la loro presenza.

Antonio Mottola

Caro signor Mottola,

Lei descrive una situazione che purtroppo non riguarda solo il Movimento Cinque Stelle ma gran parte dei partiti italiani nel nuovo mondo della politica. Partiti che si affidano al leader solo al comando (a destra e a sinistra) e che interpreta­no il loro ruolo come un’attività perenne e istantanea di conquista del consenso. Così le promesse possono essere mirabolant­i, le soluzioni facili e sempre a carico dello Stato. Le illusioni vengono distribuit­e con leggerezza come se vivessimo in un mondo chiuso e non in un universo globale in cui non tutte le decisioni sono nelle nostre mani. Il M5S, in particolar­e, ha ottenuto la maggioranz­a relativa del voto degli italiani in pochissimi anni mettendo insieme tutte le rabbie, tutte le proteste, tutti i desideri. Additando i responsabi­li di tutti i mali — le classi dirigenti del passato, le élite nazionali ed europee — e assicurand­o un Eldorado in cui tutti avrebbero avuto un reddito senza lavorare, le infrastrut­ture sarebbero state bloccate e tutti i colpevoli a vario titolo, soprattutt­o se politici, sarebbero finiti in carcere. Una volta entrati nelle stanze del potere, la realtà si è incaricata di smentire le illusioni. Volerci poi restare a ogni costo ha fatto pagare ai grillini un prezzo enorme in termini di consenso. I loro dirigenti più consapevol­i conoscono bene il problema, sanno di dover cambiare in direzione della serietà e razionalit­à dei programmi e delle promesse. Sanno che il ritorno alle origini, ai «duri e puri», non serve a niente. Solo a diventare una piccola fazione senza alcuna aspirazion­e ad essere una forza politica rilevante. Lo stesso purtroppo vale per tanti altri. Ascese vertiginos­e e cadute precipitos­e saranno anche per loro all’ordine del giorno.

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