La rabbia del Milan Ma per gli arbitri quello di Romagnoli era calcio di rigore
MILANO La rabbia del Milan. Per quei due punti buttati via l’altra notte a Firenze, che potrebbero pesare come un macigno nella corsa all’europa. Rabbia per un finale di partita che andava gestito diversamente. Perché, se sei avanti di un gol contro una squadra che gioca in uno in meno, non puoi farti riprendere. L’autocritica in casa Milan è stata fatta. Dalla dirigenza, ma anche dallo stesso Pioli (foto), che nella notte di sabato ha fatto bene a non nascondersi: «Siamo stati superficiali, la dovevamo chiudere». Già. Ma a bruciare è anche l’arbitraggio di Calvarese. Visto e rivisto, quel rigore concesso nel finale per un intervento di Romagnoli su Cutrone continua a sembrare pulito. Il difensore rossonero arriva prima sulla palla, la tocca, poi entra in contatto con l’attaccante. Secondo i dirigenti arbitrali quello di Calvarese non è però un errore. La palla, è il giudizio molto netto che arriva dall’aia, non cambia direzione ma viene solo sfiorata e quindi non salva il difensore. Perché il
Var non è intervenuto? Sempre secondo gli arbitri è stato giusto così, proprio perché la palla era solo stata sfiorata. Questa è anche la spiegazione che Calvarese ha fornito dopo la partita al d.t. Maldini, che ha apprezzato la disponibilità al confronto dell’arbitro (un po’ meno l’atteggiamento dei varisti). I dubbi però restano. Quei rigori un tempo non si fischiavano. C’è poca chiarezza. Così non va.