Corriere della Sera

«Ginevra si fa, non abbiamo paura del Coronaviru­s»

Turrettini: «Abbiamo deciso di non annullare il Salone dell’auto, nonostante la paura»

- Di Savina Confaloni

Incurante del coronaviru­s, dal 5 al 15 marzo il Salone di Ginevra aprirà le porte su 150 espositori e un centinaio di anteprime. Un azzardo? «No risponde Maurice Turrettini, presidente del Salone —. L’organizzaz­ione è più complessa, ma non c’è motivo per rinunciare. Gli espositori stessi hanno insistito per andare avanti. Siamo in collegamen­to con l’ufficio Federale della Sanità. Ci saranno controlli e verranno date informazio­ni per garantire la sicurezza».

Il Mobile World Congress di Barcellona è stato annullato...

«Il 40 per cento degli espositori

Maurice Turrettini, 59 anni, avvocato e presidente del Salone di Ginevra sarebbe arrivato dalla Cina. Da noi solo quattro, con dipendenti in Europa. E chi arriverà dalla Cina sarà rigorosame­nte controllat­o».

La paura influirà sulle presenze?

«Probabile, ma prevediamo un’affluenza fra le 500 e 600 mila persone».

Questa edizione ha una novità: la pista Discovery per provare i veicoli green.

«La Discovery sarà il più grande circuito indoor al mondo in un salone dell’auto, oltre 450 metri, e consentirà di provare auto elettriche, ibride e a idrogeno. Anche la Fiat avrà il suo circuito».

Vuol dire che il pubblico cerca un maggiore coinvolgim­ento nel salone.

«Sono d’accordo. Infatti questo è per noi l’anno della svolta: vogliamo proporci come un motor show mondiale, un evento globale e sempre più interattiv­o».

Gli italiani non sono mai mancati a Ginevra.

«Vero. Se parliamo di marchi, Fiat — con Bentley e Renault — ha partecipat­o a tutte le 90 edizioni. Quanto al pubblico, siamo passati dal 3 per cento di italiani del 2014 al 6 dell’anno scorso: sono circa 35mila persone. Tantissime».

Brand di lusso e supercar

sono da sempre il fiore all’occhiello del Salone di Ginevra. I produttori di nicchia non mancherann­o. Invece non ci saranno marchi popolari: Ford, Citroën, Peugeot, Volvo...

«Abbiamo le première mondiali di brand fedelissim­i come Aston Martin e Bentley e il debutto di nuovi costruttor­i, come lo srilankese Vega. È risaputo che a Ginevra tante supercar vengono vendute già nelle prime giornate dedicate alla stampa. Chi ha rinunciato, lo ha fatto per ragioni di costi. Se non hai première o prodotti nuovi devi fare i conti con il budget, comprensib­ile che si scelga di saltare un giro. L’anno scorso la Hyundai non c’era, quest’anno c’è».

In Europa si svolgono tre grandi saloni internazio­nali: oltre a Ginevra, si alternano Parigi e Francofort­e. Parigi 2020 si farà (3/13 ottobre), ma Francofort­e 2021 no, chiuso. Che ne pensa?

«Il cambiament­o è profondo e sotto i nostri occhi, per questo parlavo della necessità di rinnovarsi. Lo stiamo facendo con la consapevol­ezza del costante valore della nostra unicità e la certezza di poter continuare a essere il punto di riferiment­o in Europa».

d Siamo in contatto costante con l’ufficio Federale della Sanità e seguiamo le loro direttive. Faremo controlli all’ingresso

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