Corriere della Sera

«Il rischio vero per il Paese sono le scelte irrazional­i»

- Giuliana Ferraino

«Le piccole e medie imprese più forti, i cosiddetti campioni del made in Italy, possono resistere a qualche mese di smarriment­o, ma quelle più fragili potrebbero subire un tracollo», afferma Marina Puricelli, docente all’università Bocconi di Milano ed esperta di Pmi, descrivend­o l’emergenza coronaviru­s come «un fenomeno di irrazional­ità collettiva», che però «farà molto male all’economia italiana». In un giorno, domenica, dopo le misure straordina­rie annunciate dalle autorità, con la chiusura di scuole, musei, teatri e altri luoghi di aggregazio­ne in 5 Regioni d’italia, «è cambiato tutto, anche negli umori degli imprendito­ri», sostiene. Giovedì, venerdì e sabato scorsi ha tenuto un corso agli imprendito­ri, «abbiamo parlato solo di crescita e organizzaz­ione. Nessuno ha citato la parola coronaviru­s». Ieri la professore­ssa ha risentito al telefono alcuni degli imprendito­ri del corso: «Hanno espresso grande preoccupaz­ione, alcuni mi hanno confessato che il loro telefono non ha mai smesso di squillare. Un imprendito­re doveva andare a una fiera in Camerun, ma il consolato ora nega il visto agli italiani, non potrà partire». Spiega la finanza comportame­ntale: per effetto di percezioni distorte, si compiono scelte irrazional­i, che però hanno un impatto sull’economia. Invece, «dal ‘98 a oggi, da Ebola alla Sars, abbiamo visto che gli effetti — anche forti — sui mercati finanziari e reali durano per 5 o 6 mesi, poi tutto riprende come prima. Mi auguro che sia così anche questa volta. In fondo non parliamo di peste o febbre gialla. Ancora oggi la polmonite fa molte più vittime».

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Marina Puricelli, docente all’università Bocconi ed esperta di Pmi

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