Scale mobili della Metro, l’anac boccia gli appalti
La gara del 2016 per la manutenzione delle scale mobili della metropolitana romana fu «non idonea» e «non adeguatamente motivata». Basterebbero queste due definizioni per motivare la bocciatura dell’autorità Anticorruzione nei confronti dell’atac ma gli esperti dell’authority vanno oltre, sostenendo che la «capacità tecnica e professionale» dell’azienda vincitrice (la «Del Vecchio srl» subappaltatrice di «Metroroma scarl») non fu, in alcun modo, presa in considerazione. Nessuno si preoccupò di pesare la vincitrice sotto il profilo «del dimensionamento della manodopera» né della «capacità economico finanziaria». A nessuno venne in mente di controllare il curriculum della «Metroroma scarl» e «Del Vecchio», se avesse «correttamente eseguito attività analoghe in precedenza per un determinato periodo di tempo», né tantomeno se avesse operai a sufficienza per «garantire il servizio manutentivo del vasto parco di strumentazioni oggetto della gara».
Se non le competenze tecniche, quali furono i requisiti richiesti da Atac? Dalla documentazione in possesso dell’anac viene fuori che l’unica qualità fu il ribasso, pari al 49,73% dell’offerta. Quel ribasso illuse i manager Atac al punto da trascurare il profilo tecnico professionale dell’azienda che lo aveva proposto. E questo fece squillare una serie di campanelli d’allarme, puntualmente ignorati da Atac. L’anac ha trasmesso la delibera alla Procura penale e alla Corte dei conti per valutare la sussistenza di un danno erariale.