Acqua Campus, dove si progetta l’eco-sostenibilità
MEZZOLARA (BO) C’è un polo italiano di ricerca in agricoltura al quale bussano da tutto il mondo. Un’eccellenza che però, come tante nel nostro Paese, è conosciuta più all’estero che da noi. Si chiama Acqua Campus, ed è il centro di ricerca scientifica del Cer, il Canale emiliano romagnolo che rappresenta una delle più grandi opere idrauliche del nostro Paese, un’autostrada dell’acqua gestita dal consorzio di bonifica che fa parte dell’anbi, il network di oltre 140 consorzi che con 800 idrovore tiene asciutta buona parte del territorio italiano e provvede all’irrigazione collettiva di 3,3 milioni di ettari. Dal 1959 il Cer svolge attività di ricerca, sperimentazione e assistenza sull’irrigazione sostenibile, che ha quindi l’obiettivo di risparmiare e ottimizzare il consumo di acqua in agricoltura. Acqua Campus a Mezzolara di Budrio (Bologna) è il cuore di questa ricerca, con diversi partner tecnici internazionali fra i quali australiani, americani e israeliani. E ne è anche la “vetrina”: qui si possono osservare sul campo le tecnologie più innovative, compresa la fitodepurazione. La settimana scorsa, racconta Paolo Mannini, direttore generale e scientifico del Cer, «erano presenti qui esponenti dell’università di Melbourne e dell’azienda australiana Rubicon, specializzata in strumenti di regolazione dell’acqua». E ad Acqua Campus si è Netafim, multinazionale israeliana attiva nell’irrigazione a goccia: «Stiamo cercando di realizzare un sistema esperto in un progetto che ha l’obiettivo di consolidare parametri e algoritmi che regolano l’uso combinato di acqua e sostanze nutritive», dice Mannini.
Sono decine i progetti internazionali ai quali partecipa il Cer. Come per esempio Suwanu, network per il trasferimento delle conoscenze sul riutilizzo delle acque reflue in agricoltura: vi prendono parte 20 consorzi e centri di ricerca europei e israeliani. Oppure Reservoire, avviato nel 2020, per l’osservazione e utilizzo di acque sotterranee, nel quale il Cer affianca partner spagnoli, turchi e giordani. Un’eccellenza italiana dunque e che compie 60 anni. E che con il Videotel dagli anni 80 informa gli agricoltori su pioggia e necessità idriche. Oggi, ovviamente, arriva sugli smartphone.