Ecco perché colpisce meno i più piccoli
Da martedì in Italia sono stati registrati i primi casi di coronavirus tra i bambini: stanno tutti bene o accusano forme lievi della malattia. Tranquillizza però il fatto che i virologi di tutto il mondo hanno dichiarato più volte che i bambini sembrano essere più resistenti a Covid-19. Pochi statisticamente i casi di minorenni registrati in Cina, Paese più colpito dall’epidemia, e nessun decesso. «Finora — conferma Alberto Villani, presidente della Società italiana di Pediatria — non c’è stato nessun decesso sotto i dieci anni e il virus avrebbe solo lo 0,2% di letalità tra i 10 e i 19 anni e resta stabile fino ai 39 anni. Ad oggi è stato segnalato solo un caso critico di un ragazzo di 15 anni».
La comunità scientifica non ha ancora trovato una risposta certa del perché i bambini sembrano maggiormente protetti, ma è certamente una bella notizia. «Esistono virus molto aggressivi solo in alcune fasce di età — spiega Villani —. Pensiamo alla varitaria cella ad esempio, che colpisce soprattutto i più piccoli ed è per loro una malattia affrontabile, mentre negli adulti può diventare grave. Oppure la bronchiolite, che tocca i bambini nei primi mesi di vita».
Ma quali sono le ipotesi di questa «protezione»? «Sappiamo che i coronavirus sono la causa più frequente di raffreddore — ipotizza Alberto Villani, che è anche responsabile del reparto di Pediatria generale e malattie infettive all’ospedale Bambino Gesù di Roma — e i bambini vanno incontro ripetutamente a infezioni da coronavirus: è possibile che la risposta immunia infezioni recenti da coronavirus aiuti i più piccoli a difendersi meglio anche dal nuovo Covid-19. Inoltre, il sistema immunitario dei bambini potrebbe essere in grado di rispondere meglio all’infezione perché più reattivo».
Questa maggiore «immunità» non è però una novità di questa emergenza. Anche nelle precedenti epidemie di Sars e Mers i bambini erano stati risparmiati. Durante l’epidemia di Sars che dal 2002 al 2003 interessò oltre 8.000 persone, uccidendone 774, furono soltanto 80 i casi di contagio certificati tra i bambini, e 55 quelli sospetti.
Nessun minorenne morì per la Sars e solamente uno trasmise il virus a un’altra persona. Durante il periodo epidemico di Mers in Arabia Saudita nel 2012 e in Corea del Sud nel 2015, la maggior parte dei bambini contagiati non sviluppò mai sintomi: erano asintomatici.
I precedenti Reagiscono meglio, per loro forme più lievi Successe anche con Sars e Mers