Corriere della Sera

In Lombardia bar aperti dopo le 18 Mezzi pubblici, pulizia straordina­ria

Si allenta la morsa delle restrizion­i in una delle regioni più colpite finora: ma nei locali solo servizio ai tavoli Scuole chiuse in Campania, regole su concorsi e uffici

- Lorenzo Salvia

ROMA Milano ritrova uno dei suoi riti, l’aperitivo. In tutta la Lombardia bar e pub sono di nuovo aperti anche dopo le 18. Ma solo per il servizio al tavolo, in modo da limitare i contatti ravvicinat­i. A Napoli, dove finora non ci sono stati casi, e in Campania le scuole e le università resteranno chiuse per tre giorni per una «massiccia attività di igienizzaz­ione». A Saronno il sindaco ha invece chiuso il mercato. E lo ha fatto con un’ordinanza maldestra («Rischierem­mo 1.200 morti») che lo ha poi costretto a precisare pur senza fare marcia indietro.

L’italia ai tempi del coronaviru­s continua a muoversi in ordine sparso. Regole diverse a seconda dei casi. A volte forse eccessive, se si pensa che Rocchetta a Volturno, mille abitanti in provincia di Isernia, ha chiuso le scuole per tre giorni anche se in tutto il Molise di contagio non c’è stato neanche uno. Di chiusura delle scuole non c’è traccia nell’ordinanza base che ieri è stata firmata dal ministro della Salute e che in queste ore viene via via adottata da tutte le Regioni che non hanno focolai interni, come invece Lombardia o Veneto. Nel documento è prevista la pulizia straordina­ria di bus, tram e metro; l’obbligo di distribuir­e in tutti gli uffici pubblici la soluzione disinfetta­nte per la pulizia delle mani; e quello di far rispettare ai candidati dei concorsi pubblici la distanza minima di sicurezza (due metri) per evitare il contagio.

Confermate anche le regole sulla quarantena in casa, che può scattare per chi è stato in Cina o negli undici Comuni italiani della zona rossa.

Non c’è più, invece, l’obbligo di comunicare al proprio medico il fatto di essere stato negli ultimi 14 giorni in una delle regioni italiane in cui risulta accertato almeno un caso di contagio. La misura era prevista al punto 14 nell’ordinanza sulla quale martedì sera si erano dette d’accordo tutte le regioni. Anzi, alcune avevano chiesto, senza successo, misure ancora più severe, come le visite o i tamponi obbligator­i. Quel testo doveva essere adottato ieri da tutte le Regioni. Ma in mattinata i medici di famiglia sono stati sommersi di segnalazio­ni e richieste di informazio­ni. E si è capito che la misura non sarebbe stata efficace, anzi avrebbe ingolfato il sistema. Di qui la scelta di cancellare in corsa quelle righe.

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