Nuove regole allo University College. Chi sgarra sarà licenziato
Le regole
● L’university College di Londra ha vietato le relazioni tra docenti e studenti «quando c’è una diretta supervisione», ossia, per esempio, tra prof e allievi di uno stesso corso. È la terza università del Regno Unito a mettere in atto questa regola, e solo un terzo degli atenei nel Paese ha regolamenti espliciti sul tema
● Negli Stati Uniti sono molte le università che hanno adottato un regolamento specifico circa le relazioni fra studenti e professori: Harvard (dal 2015), Berkeley, la University of California, e così via. In Australia i quattro maggiori atenei del Paese hanno decretato che relazioni tra staff e studenti «non sono mai appropriate». In Italia non esistono leggi specifiche
LONDRA È stato detto che tutto ruota attorno al sesso: tranne il sesso, che è questione di potere. Ed è per affrontare questa insidia che lo University College London (UCL), il più importante ateneo della capitale britannica, ha messo al bando le relazioni fra docenti e allievi. Mai più sguardi complici tra cattedra e banchi, bando ai convegni d’amore tra le mura del campus: il rischio è il provvedimento disciplinare, o addirittura il licenziamento dei professori.
La nuova policy adottata da UCL proibisce le «relazioni strette, personali e intime fra docenti e studenti quando c’è una supervisione diretta», ossia quando si tratta dei propri allievi di corso; nel caso di studenti di altri corsi, non c’è il divieto, ma bisogna dichiarare la relazione alle autorità accademiche. Sono proibiti in ogni caso i rapporti intimi con studenti minorenni o con quelli «a rischio», ad esempio se portatori di disabilità.
Il provedimento intima ai docenti di «mantenere una appropriata distanza fisica ed emotiva dagli studenti» e di «evitare di creare amicizie speciali con gli allievi»: i contatti devono avvenire solo attraverso i canali universitari ufficiali, i docenti non devono dare il proprio numero di cellulare ai ragazzi e devono altresì astenersi da incontri al di fuori del campus.
La manager per il «comportamento e il cambiamento culturale» dell’ateneo, Kelsey Paske, ha spiegato che il bando è stato ispirato «dalla necessità di riconoscere le posizioni di potere e gli squilibri di potere nell’ambiente universitario: e per prevenire gli abusi di potere».
«La nuova policy di UCL è la più rigorosa nel Regno Unito — ha commentato al Guardian la dottoressa Anna Bull, del Gruppo 1752, che si batte contro i comportamenti sessuali scorretti da parte dello staff universitario —. Se applicata,
Supervisione Proibite le «relazioni strette, personali e intime quando c’è una supervisione diretta»
aiuterà a creare un ambiente di insegnamento e apprendimento più sicuro e più orientato all’eguaglianza di genere». Mentre il fatto che in altre università manchino policy di questo tipo significa che «non prendono seriamente i rischi associati con gli squilibri di potere fra docenti e studenti». Il mese scorso una docente dell’università per le Arti Creative di Londra si era addirittura dimessa di fronte all’andazzo di relazioni inappropriate al suo college: parola per le vittime. Per lo più musulmani, aggrediti da gruppi di radicali indù a partire da domenica, durante un corteo contro la controversa legge sulla cittadinanza. Poi gli attacchi si sono estesi a case e moschee nel Nordest. Polemiche sull’intervento tardivo dei poliziotti: ieri sono comparsi migliaia di agenti. «C’è una ricca storia — aveva affermato — di accademici maschi che hanno “amicizie speciali” con le studentesse».
Finora solo due college minori, quelli di Greenwich e di Roehampton, avevano adottato provedimenti simili: UCL è la prima grande università del Russell Group, la «lega» degli atenei d’élite inglesi, a essersi messa in scia dei college americani, da Harvard a Yale, che avevano già vietato le relazioni sessuali nei campus.
Un sondaggio condotto nel 2018 dall’associazione nazionale degli studenti britannici aveva rivelato che l’80 per cento dei giovani si sentiva a disagio all’idea di relazioni professori-studenti, descritte come «predatorie». Ma il provvedimento
Autodenuncia Nessun divieto nel caso di studenti di altri corsi Ma bisogna dichiarare la relazione al rettore
adottato da UCL ha lanciato una discussione fra gli allievi dell’ateneo, che è approdata anche sulle pagine di Pi Media, la rivista del college gestita dagli stessi ragazzi. E se uno studente trova che «sia una buona idea, perché c’è un intrinseco squilibrio di potere fra docenti e studenti», un altro non nasconde il suo scetticismo, affermando che la policy «viola i diritti di adulti consenzienti» e finisce per sottoporre le vite private delle persone allo scrutinio delle autorità accademiche.