Corriere della Sera

Iger, il re Mida della Disney, perde il trono (ma non i sogni)

Via il manager che ha rivitalizz­ato il gigante dell’intratteni­mento E c’è chi lo vede alla Casa Bianca

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NEW YORK «È un po’ tardi, non le pare?» Robert Iger ha risposto così a chi ieri, sorpreso dalla notizia dell’improvvisa fine del suo regno (ben 15 anni) alla guida della Disney, gli chiedeva se pensasse di candidarsi alla Casa Bianca. Parlando di un tempo troppo avanzato, si riferiva all’età (Iger ha 69 anni, quasi dieci meno di Sanders, Biden e Bloomberg) o — cosa più probabile — al fatto che ormai i giochi sono quasi fatti (anche se poi, in realtà, se si arriverà alla convention di luglio senza un candidato democratic­o già designato, potrebbe esserci spazio per un outsider)?

Lui non lo ha chiarito, ma forse la cosa non è così essenziale: è improbabil­e che Iger scenda in politica. Ma la domanda era legittima perché in passato il suo nome è circolato spesso. Ancora sei mesi fa, quando Bloomberg escludeva una sua candidatur­a, il manager carismatic­o e di grande successo che ha trasformat­o la «fabbrica dei sogni» di Walt Disney nel gigante mondiale dell’intratteni­mento e del divertimen­to acquistand­o, anno dopo anno, Marvel, Pixar, Lucasfilm con le sue Guerre Stellari e, da ultimo, anche la 21st Century Fox di Murdoch, sembrava l’uomo dell’industria meglio posizionat­o per il gran salto verso la presidenza.

Oggi, anche se l’improvviso passaggio del testimone da Iger al nuovo amministra­tore delegato Bob Chapek ha sorpreso tutti, anche all’interno dell’azienda, e se ci sono aspetti del caso ancora da chiarire, il top manager sdrammatiz­za sottolinea­ndo che non sta lasciando il gruppo: si sta solo ritirando nel ruolo di presidente operativo fino alla scadenza del suo contratto, nel dicembre 2021. Cosa che, dice, gli consentirà di dedicarsi a tempo pieno allo sviluppo della parte creativa del lavoro della Disney, senza più avere le mille incombenze amministra­tive quotidiane che pesano sulle spalle di un Ceo.

Se così fosse, l’operazione sarebbe stata mal gestita dal punto di vista della comunicazi­one: la svolta improvvisa è stata presa male dalla Borsa che a caldo ha punito il titolo (meno 3 per cento, poi in parte recuperato) e anche dal personale, disorienta­to per aver saputo del cambio della guardia dalla Cnbc anziché da una comunicazi­one interna.

Imprendito­re di successo, innamorato del suo lavoro, Iger aveva già rinviato ben quattro volte il suo pensioname­nto, giurando, alla fine, che non sarebbe rimasto oltre la fine del 2021. Quando Rupert Murdoch gli vendette (per 71 miliardi di dollari) le attività televisive e cinematogr­afiche della Century Fox (salvo i canali di informazio­ne politica e finanziari­a) gli analisti

Gli ultimi 15 anni

Nel 2005 Bob Iger subentra a Michael Eisner alla guida della Disney. Tra i primi «colpi» c’è l’acquisto della casa di animazione Pixar, nel 2006: il Ceo di Pixar allora è Steve Jobs, che diventa azionista Disney

A fine 2009 la Walt Disney acquisisce per 4,24 miliardi di dollari i supereroi di Marvel (come Spider-man e Ironman). Nel 2012 compra i diritti di Star Wars e annuncia un settimo film della saga. ipotizzaro­no una staffetta: Iger alla guida del gruppo ancora per un po’ e poi la scelta del figlio dell’editore australian­o, James Murdoch, come successore. Ben presto fu evidente che Iger non aveva alcuna intenzione di farsi da parte: James uscì del tutto e oggi si occupa di tecnologie per l’ambiente.

Da un punto di vista economico quella di Iger è stata una gestione di straordina­rio successo. Il titolo Disney, scambiato a 23 dollari quando il manager prese la guida dell’azienda, 15 anni fa, qualche giorno fa (prima delle flessioni per l’effetto coronaviru­s e per l’uscita del Ceo) era arrivato a valere 145 dollari. Ma il successo ha anche significat­o espansione. Un’azienda divenuta gigantesca e molto complessa da gestire: 170 mila dipendenti in tutto il mondo, le produzioni cinematogr­afiche di grande successo (i film di Hollywood che arrivano ad incassi miliardari sono quasi tutti delle varie scuderie della Disney), i nuovi servizi di distribuzi­one online diretta (Disney+ e Espn+ per lo sport) per sfidare Netflix e la moltiplica­zione dei parchi e resort Disney World in tutto il mondo. A partire da quelli creati a Hong Kong e Shanghai, ora chiusi per via dell’epidemia virale. Forse davvero Iger vuole ritirarsi da tutte queste problemati­che gestionali per dedicare i suoi ultimi due anni in azienda a stimolare nuovi impulsi creativi.

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● Il nuovo direttore generale della Walt Disney company, da ieri, è Bob Chapek, 60 anni, già presidente
In arrivo ● Il nuovo direttore generale della Walt Disney company, da ieri, è Bob Chapek, 60 anni, già presidente
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della distribuzi­one per i Walt Disney Studios e dal 1993 dirigente dell’azienda. Bob Iger lo affiancher­à fino al 2021 da presidente esecutivo. Ieri idisney in borsa ha perso il 2,5%
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