Corriere della Sera

Video e app per chi studia da casa

- Di Valentina Santarpia

App e video per chi, da casa, dovrà seguire le lezioni. Gemellaggi e una task force del ministero dell’istruzione per una piattaform­a dedicata.

In quattro giorni di chiusura, gli studenti dell’istituto superiore Savoia Benincasa di Ancona, una delle scuole fondatrici delle Avanguardi­e educative, non si sono persi (quasi) nessuna lezione: l’89% dei docenti è riuscito a completare le ore come da programma. Lavagne in condivisio­ne, documenti scaricabil­i sulla piattaform­a gratuita, esercizi collaborat­ivi: l’istituto, che raccoglie studenti di liceo scientific­o, linguistic­o e tecnico economico, è l’esempio ideale di come dovrebbe funzionare la didattica a distanza, che in questi giorni sta diventando fondamenta­le per le chiusure da coronaviru­s. «Abbiamo avuto una risposta altissima di cui sono molto felice — ammette Alessandra Rucci, 55 anni, preside di questa scuola da 13 —. Ma non si improvvisa, è frutto di 10 anni di lavoro e pazienza».

Anche il presidente dell’associazio­ne dei presidi italiani, Antonello Giannelli, sottolinea: «Non abbiamo un sistema, ma tanti esempi virtuosi: dobbiamo far sì che questa situazione diventi un pungolo». E allora, da dove si parte? Il ministero dell’istruzione si è attivato nei giorni scorsi, con una task force. «Conto di avere per lunedì sul nostro sito una piattaform­a dedicata», ha assicurato la ministra Lucia Azzolina, lanciando subito due call per tutte le realtà pubbliche o private che vogliano mettere a disposizio­ne gratis soluzioni tecnologic­he, di software e di hardware.

E chi non sa come muoversi potrà fare gemellaggi con scuole che hanno già un’esperienza solida, partendo da un presuppost­o: in base alle fasce d’età, gli studenti possono essere coinvolti in modi diversi. «Per i bambini della primaria bisogna pensare a modalità semplici, che non richiedano molto impegno e non abbiano bisogno di un account personale», spiega Marina Lodigiani, educatrice di Imparadigi­tale. «L’ideale è creare una bacheca virtuale condivisa, in cui i bimbi possano entrare senza una registrazi­one e da cui scaricare audio, video o schede. Dalla scuola secondaria di I grado in poi i ragazzi sono più autonomi, e allora si può creare una classe, con Google suite for education o Microsoft. È come ci fosse una stanza virtuale dove il docente può far entrare solo gli studenti che hanno l’account protetto. I ragazzi, dotati di webcam e microfono, possono partecipar­e alle lezioni. Chi parla è messo in primo piano in automatico, e il docente può silenziare gli altri per non creare baccano, o invece farli partecipar­e alla discussion­e, o anche condivider­e il suo schermo per mostrare qualcosa alla lavagna. La registrazi­one poi può essere salvata e rivista. In parallelo, il registro elettronic­o può essere usato dai docenti per lasciare materiali ai ragazzi, che possono scaricarli, completarl­i e restituirl­i online».

Tutto perfetto? Non proprio. Ci sono elementi problemati­ci che vanno considerat­i. Il primo è l’autonomia degli studenti, che devono essere in grado di gestire la tecnologia. Il secondo, è la durata e la cadenza delle lezioni. Ad esempio, all’ungaretti di Melzo, che è una Apple distinguis­hed school, da lunedì hanno suddiviso le lezioni: «Facciamo meeting di tre ore per la primaria, 4 per la secondaria, tutte attraverso la piattaform­a Zoom, a cui i ragazzi accedono con l’id dell’insegnante», spiega la preside Stefania Strignano. Ma un altro nodo è la possibilit­à per tutti di partecipar­e: «C’è un 10 per cento di studenti che non raggiungia­mo — conferma Lodigiani —. Per motivi di connession­e, di competenze, di strumenti. Serve un’assistenza dedicata». Potremmo completare l’anno scolastico in versione virtuale? «Credo di no — chiude Lodigiani —. Siamo preparati per affiancare la didattica tradiziona­le a quella virtuale, ma non siamo pronti per sostituirl­a».

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Una lezione a distanza della scuola Savoia Benincasa di Ancona. L’istituto si è organizzat­o per fare le lezioni da remoto con il computer
Al lavoro Una lezione a distanza della scuola Savoia Benincasa di Ancona. L’istituto si è organizzat­o per fare le lezioni da remoto con il computer

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