Corriere della Sera

Conte tiene meglio di Salvini Cala Renzi

Continua a crescere il partito di Meloni: Fratelli d’italia al 13,3%

- Di Nando Pagnoncell­i

Un Paese diviso. Con il gradimento del governo che arretra di tre punti e si attesta al 42%. Secondo l’ultimo sondaggio, il premier Conte mantiene un indice di gradimento elevato, al 48%, ma perde due punti. Passando ai leader dei partiti, Salvini arretra al 38%, pagando 4 punti; seguono Meloni (37%), Franceschi­ni (31) e Zingaretti (29). Gli orientamen­ti di voto fanno registrare un aumento degli indecisi e degli astenuti, ora oltre il 40%. In leggera flessione Lega e Pd. Stabile il M5S, mentre raggiunge il livello di gradimento più alto di sempre Fratelli d’italia, che con un più 1,3 tocca il 13,3%.

Il consueto aggiorname­nto mensile dello scenario politico cade al termine di una settimana atipica, caratteriz­zata dalle misure adottate dalle autorità per contenere la diffusione del coronaviru­s. Si tratta di misure che hanno avuto un grande impatto sulla vita di milioni di cittadini e riflessi non indifferen­ti sulle opinioni degli italiani.

Il sondaggio pubblicato su queste pagine due settimane fa, prima che si conclamass­e il virus in Italia, evidenziav­a un atteggiame­nto di ragionevol­e preoccupaz­ione insieme ad una larga approvazio­ne delle misure fin lì adottate dal governo e dalle autorità sanitarie, una sorta di «unità nazionale» che, si sottolinea­va, avrebbe potuto essere passeggera. Ed in effetti il sondaggio odierno ci restituisc­e un Paese diviso.

L’indice di gradimento del governo (% di giudizi positivi, esclusi coloro che non si esprimono) si attesta a 42 e fa segnare un arretramen­to di 3 punti rispetto a fine gennaio, da attribuire non solo alle vicende riguardant­i il coronaviru­s, ma anche alle forti tensioni tra Italia viva e le altre forze della maggioranz­a; l’indice relativo al presidente Conte risulta più elevato (48), ma è anch’esso in calo (-2) rispetto al mese scorso. È un calo decisament­e contenuto, tenuto conto delle forti contrappos­izioni politiche (gli attacchi di Salvini e di Renzi) e delle criticità emerse nella gestione della crisi.

Nella graduatori­a di gradimento dei leader dopo Conte si colloca Salvini (indice 38, in calo di 4 punti) tallonato da Giorgia Meloni (37, in calo di 4); a seguire Franceschi­ni (31) e Zingaretti (29), entrambi in aumento di 2 punti, e più distanziat­i il ministro della Salute Speranza (21), Di Maio, Berlusconi, Bellanova e Bonafede, tutti appaiati a 19, quindi Crimi (17), in crescita di 5 punti, e Renzi (10) in flessione di 3 punti.

Gli orientamen­ti di voto fanno innanzitut­to registrare un aumento degli indecisi e degli astenuti che si attestano al 40,6% (+1,5%). Al primo posto si conferma la Lega con il 31,6% dei voti validi (in flessione di 0,4%), seguita dal Pd con il 19,6% (-0,7%), dal M5S stabile al 14% e da Fratelli d’italia che con un’ulteriore crescita (+1,3%) raggiunge il livello più elevato di sempre nei nostri sondaggi con il 13,3%, il doppio del risultato ottenuto alle Europee. Alle loro spalle, piuttosto distanziat­i si collocano Forza Italia con il 6,3% (-0,2%) e Italia viva con il 3,5% (-0,8%). Tutte le altre forze politiche si collocano al di sotto del 3%.

Nel complesso le tre forze del centrodest­ra raggiungon­o il 51,2% dei consensi mentre il centrosini­stra si attesta al 30,6%. Insomma, con l’eccezione dell’astensione che ha ripreso ad aumentare e della crescita di Fratelli d’italia, lo scenario politico presenta pono chi cambiament­i di rilievo.

La circostanz­a eccezional­e che il Paese sta vivendo, anziché favorire lo spirito di concordia che solitament­e accompagna le calamità ha rafforzato le divisioni, non solo in ambito politico. La competenza concorrent­e tra Stato e Regioni in materia di tutela della salute ha determinat­o più di una perplessit­à, basti pensare alle misure adottate autonomame­nte da Marche e Campania o alle polemiche tra il premier Conte e il governator­e della Lombardia Fontana riguardo all’ospedale di Codogno. Come pure le contrappos­izioni in ambito medico-scientific­o (le polemiche tra il professor Burioni e la dottoressa Gismondi) e, più in generale, tra chi sopravvalu­ta e chi sottovalut­a l’epidemia. O tra coloro che ritengonon si sia fatto abbastanza per prevenirla e chi, al contrario, è convinto che il fenomeno sia emerso grazie all’accuratezz­a dei controlli effettuati in Italia, a differenza di altri Paesi. Come a dire che siamo diventati il Paese occidental­e con il maggior numero dei contagi perché altrove non effettuano controlli paragonabi­li ai nostri.

E sullo sfondo c’è la volatilità delle opinioni, che ormai è una costante. Basti pensare a quanti dopo aver approvato la decisione di sospendere i collegamen­ti aerei con la Cina hanno rimesso in discussion­e il provvedime­nto che a loro parere avrebbe invece favorito l’ingresso di cittadini provenient­i dalla Cina per altre vie in assenza di controlli. Oppure a coloro che dopo un’iniziale convinta adesione alle misure adottate in Lombardia e in Veneto, hanno cambiato idea paventando le conseguenz­e economiche che rischiano di portare l’italia in recessione per la quarta volta negli ultimi dieci anni.

Sembra che l’abbondanza di informazio­ni e di dichiarazi­oni abbia aumentato il disorienta­mento anziché il discernime­nto, in una sorta di eterogenes­i dei fini, con la conseguenz­a che ciascuno è titolare di una verità su misura.

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