Le Regioni: «Misure insufficienti» Il governo prepara un nuovo decreto
La prossima settimana un ulteriore pacchetto per la crescita. L’assessore lombardo Caparini: «Non c’è nulla per lavoratori e aziende esterne alla zona rossa»
MILANO Misure insufficienti. Cambiano i toni, ma è la sintesi dei governatori di Lombardia (Lega), Veneto (Lega) ed Emilia-romagna (Pd), le locomotive industriali del Paese. Il premier Giuseppe Conte cerca di rassicurare: «Domattina (oggi, ndr) pubblicheremo il nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri, in pieno raccordo con le valutazioni dei presidenti di Regione». E aggiunge che il governo «sta lavorando a un terzo intervento», che potrebbe arrivare la prossima settimana. La Lega vuole lo sforamento del vincolo di bilancio del 3%.
Il mondo dell’economia è da giorni che chiede interventi tempestivi e adeguati, ma nemmeno i 200 milioni sbloccati dal Consiglio dei ministri di venerdì sera per la cassa integrazione in deroga per le tre Regioni soddisfa. «I 200 milioni autorizzati sono risorse che Veneto, Lombardia ed Emilia-romagna hanno già ora nelle proprie disponibilità», ha attaccato l’assessore al Lavoro del Veneto, Elena Donazzan. Per il governatore del Carroccio Luca Zaia «è necessario che il governo inietti risorse per salvare il cuore produttivo dell’italia. Servono misure straordinarie e un piano industriale di riposizionamento all’estero per l’industria turistica. In Veneto il turismo vale 18 miliardi di fatturato e rischia di azzerarsi».
La Lombardia boccia il decreto perché «non c’è nulla per i lavoratori e le aziende esterne alla zona rossa». Per l’assessore al Bilancio, Davide Caparini (Lega), le misure sono «minime»: «Gli stanziamenti del governo a sostegno dei lavoratori autonomi e subordinati, in base ai nostri calcoli, non sono sufficienti a coprire la metà del periodo previsto. Per la platea dei circa 25 mila lavoratori i 24,2 milioni stanziati coprono solo 45 giorni». Il governatore dell’emilia-romagna, Stefano Bonaccini del Pd, seppure salvi il decreto («bene le misure per la zona rossa»), sottolinea che «la zona rossa vale 10 Comuni nel Lodigiano e Vo’, nel Padovano. Noi invece stiamo parlando di tre Regioni molto colpite, dove si produce la metà del Pil italiano». Bonaccini ha anticipato che «mercoledì saremo chiamati, come presidenti di Regione, a presentare proposte». Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, chiede un piano di emergenza nazionale.
Il secondo provvedimento a cui sta lavorando il governo sarà un maxi-decreto d’emergenza per il quale sarà chiesta l’autorizzazione al Parlamento per lo scostamento dai saldi di bilancio. Servirà la maggioranza assoluta ma il leader della Lega Matteo Salvini, che stima in 20 miliardi le risorse necessarie, ha garantito: «Siamo pronti a votarlo». Nella maggioranza si esclude però lo sforamento del 3%. Le priorità del secondo decreto, ha indicato il sottosegretario al Mef, Laura Castelli, sono «sostegno all’export e promozione dell’italia nel mondo, sblocco immediato e cantierizzazione degli investimenti, crediti d’imposta e maggiore liquidità per le imprese». Poi il governo Conte si concentrerà sul terzo testo.
I provvedimenti