Corriere della Sera

Pd, Lega e M5S allineati contro i vincoli Ue

- Di Mario Sensini

ROMA Magari non sarà necessario, anche se secondo gli istituti di ricerca il coronaviru­s potrebbe costare 25 miliardi di euro all’economia italiana. Forse basterà la flessibili­tà già prevista dalle regole di bilancio dell’unione Europea, che tengono conto di circostanz­e eccezional­i, come può essere un terremoto o un’epidemia. Fatto sta che la crisi economica innescata dal coronaviru­s è considerat­a ormai da tutti i partiti molto di più che un rischio. E che, per la prima volta, si sta creando un asse politico molto ampio, e trasversal­e, per rompere la “gabbia” del Patto di stabilità europeo. Oltre il tabù del 3% del deficit pubblico.

Stefano Bonaccini, il governator­e reduce vittorioso della difficilis­sima battaglia per il governo dell’emilia-romagna, una delle regioni più colpite dal virus, e considerat­o oggi uomo di punta del Pd, è andato dritto al dunque. «Penso sia necessario concordare con l’unione Europea lo sforamento del Patto di stabilità per misure urgenti. Se il Paese e la sua parte più produttiva si fermano fanno un danno anche all’europa» ha detto Bonaccini intervista­to da Maria Latella su Skytg24.

Forse mai prima, nel Pd, ci si era spinti così esplicitam­ente tanto avanti. E la sua posizione trova comode sponde non solo nell’opposizion­e, ma anche nell’altro partito forte della maggioranz­a. «L’italia dovrà fare un grande sforzo, esigendo ciò che è giusto anche in Europa, perché di “zero virgola” l’italia e l’intero continente muoiono in questo mondo globale» ha scritto ieri su Facebook il viceminist­ro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni, del Movimento 5 Stelle. «In questo momento non serve essere timidi con la Ue, ma difendere gli italiani. Il M5S deve fare la sua parte e far sentire la sua voce per il bene dei cittadini» ha aggiunto Buffagni, uno degli esperti economici del partito, che già altre volte aveva spinto per forzare i parametri di bilancio della Ue.

Porte aperte dall’opposizion­e. Naturalmen­te la Lega «è pronta a votare subito una risoluzion­e in Parlamento per superare i parametri europei, altrimenti non si possono stanziare le risorse che servono per fronteggia­re la crisi» ha detto Massimo Garavaglia, ex viceminist­ro dell’economia. Anche dentro Forza Italia si rompe il fronte dell’ortodossia del Trattato di Maastricht. «Serve un piano Marshall per la crescita. Un’operazione che deve passare inevitabil­mente per una sospension­e temporanea delle regole e dei vincoli europei di finanza pubblica» ha detto ieri Silvio Berlusconi.

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