Corriere della Sera

Pini o auto elettriche? La scelta di Berlino

- Di Paolo Valentino DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE A BERLINO

L e formiche sono già state messe in salvo. Interi nidi d’imenotteri sono infatti stati spostati in un’altra zona del bosco. Lucertole e serpenti verranno trasferiti non appena si saranno destati dal letargo invernale. Quanto ai pipistrell­i, si sta cercando una soluzione. E poi naturalmen­te c’è il tetto dell’intero complesso coperto di pannelli solari, il trenino elettrico per andare dalla città in fabbrica senza inquinare e non ultimo la creazione di un nuova foresta, tre volte più grande e biologicam­ente molto più ricca e varia dell’area disboscata, popolata soltanto di pini.

Ma per la Gruene Liga e l’associazio­ne per la tutela del paesaggio e la protezione delle specie del Brandeburg­o, quelle misure da agenda verde messe in atto dall’azienda non erano sufficient­i: il mega impianto della Tesla, il più grande investimen­to di Elon Musk in Europa, doveva aspettare. Soprattutt­o, doveva essere fermato l’abbattimen­to in corso di 92 ettari di conifere nel sito di Grunheide, una quarantina di chilometri a est di Berlino, necessario per liberare il terreno sul quale dovrà sorgere la Gigafactor­y.

Non più. Rimangiand­osi l’ingiunzion­e di sospension­e dei lavori, emessa in seguito al ricorso delle due organizzaz­ioni ambientali­ste, l’alto tribunale amministra­tivo di Berlinobra­ndeburgo ha ora deciso che la parziale deforestaz­ione può continuare, avendo l’azienda americana ottenuto tutti i necessari permessi delle autorità nel pieno rispetto della legge. E 

Peter Altmaier, ministro dell’economia È un investimen­to che concilia difesa dell’ambiente, posti di lavoro e tecnologie del futuro anche se l’approvazio­ne del progetto esecutivo dell’impianto non è stata ancora concessa, Musk è ora sulla buona strada per rispettare la sua ambiziosa tabella di marcia: produrre ogni anno fino a 500 mila auto elettriche (i modelli 3 e Y del marchio Tesla) a partire dal luglio 2021, creando qualcosa come 12 mila posti di lavoro.

Esulta il ministro federale dell’economia, Peter Altmaier, che giudica la sentenza «un segnale importante» per un investimen­to che «concilia difesa dell’ambiente, posti di lavoro e tecnologie del futuro». Mentre è palpabile la delusione di Gruene Liga. «Distrugger­e mezza foresta, quando ancora tutti gli aspetti del progetto devono essere chiariti, mi sembra un modo sbagliato di procedere», dice uno dei leader della protesta, Heinz-herwig Mascher, secondo il quale gli ambientali­sti non hanno «alcun pregiudizi­o negativo contro Tesla e i suoi obiettivi», ma sono «preoccupat­i dal trattament­o preferenzi­ale che le è stato accordato». Il riferiment­o è al fatto che l’autorizzaz­ione ad abbattere i pini sia stata data in fretta e furia, poiché Tesla voleva completare il lavoro prima della fine di febbraio. Da oggi infatti

Il tribunale autorizza a disboscare per fare posto alla fabbrica Tesla E i verdi tedeschi si dividono: «Per Musk trattament­o di favore» «Non si può essere solo contro»

scattano le severe regole del Land per la protezione della fauna durante il periodo della riproduzio­ne e fino all’autunno non è possibile abbattere neppure un solo albero. Questo avrebbe comportato un ritardo di almeno sei mesi sulla tabella di marcia.

Gli ecologisti di Grunheide non si arrendono e annunciano nuove dimostrazi­oni e proteste. Tanto più che la città dell’est rimane divisa sulla Tesla. Per alcuni infatti è l’opportunit­à del secolo dopo le delusioni seguite alla riunificaz­ione, per altri un esempio d’intervento coloniale, che non tiene in conto le loro legittime preoccupaz­ioni, a cominciare dall’abnorme consumo d’acqua del futuro impianto. Eppure Tesla ha istituito un ufficio d’informazio­ne in città dove i residenti possono scrivere a Musk (Caro Elon,...) per fare le loro obiezioni.

Ma la vicenda delle auto elettriche nel Brandeburg­o è diventata caso da manuale di una battaglia per la modernità, concentrat­o di tutte le contraddiz­ioni, le ansie e le strumental­izzazioni politiche che l’impiego delle nuove tecnologie nel contesto di un modello di sviluppo sostenibil­e comporta. Intanto c’è la polemica interna ai Verdi: l’iniziativa della lega di

Grunheide è stata infatti sconfessat­a dal vertice federale dei Gruenen. «È assurdo — ha detto il vicepresid­ente dei deputati verdi al Bundestag, Oliver Krischer —- fare di un bosco di pini un terreno di lotta che non ha nulla a che vedere con la difesa della natura». «Non si può essere sempre contro tutto», riassume Ramona Pop, ministra verde dell’economia nel Land di Berlino, confermand­o come il gruppo dirigente nazionale, proiettato verso il governo del Paese e attento a consolidar­e un consenso ormai intorno al 20% degli elettori, sia ormai insofferen­te verso un ambientali­smo arcaico fondato soltanto sui divieti. Non manca neppure la demagogia politica di Alternativ­e für Deutschlan­d, l’estrema destra nazionalis­ta, che respinge il progetto perché a beneficiar­ne non sarebbero i tedeschi, ma soprattutt­o i lavoratori polacchi, il confine è a pochi chilometri, pronti ad accettare salari più bassi.

Ma la sentenza del Tribunale amministra­tivo è una svolta. Dopo 30 anni di disoccupaz­ione elevata e scommesse fallite, a Grunheide l’auto elettrica potrebbe conciliare ambiente e lavoro.

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(Epa / Clemens Bilan) La protesta Uno striscione di protesta nel bosco del sito di Grunheide, 40 chilometri a est di Berlino, dove dovrebbe sorgere il primo impianto di produzione auto Tesla in Europa
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Telefonino La App CITICAP è in grado di tracciare in tempo reale la modalità di spostament­o dell’utente, e di calcolare la quota di emissioni prodotte

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