Corriere della Sera

Bancarelle a km zero La svolta green degli sceicchi

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Anche i Signori del Gas e del Petrolio possono imparare le virtù della sostenibil­ità e del mercato a km zero. Succede in Qatar, Paese ricco e sprecone, ai vertici delle emissioni di CO2 procapite nel mondo. Come peraltro i vicini Stati petrolifer­i del Golfo, dove ogni abitante produce in media 1,5 chilogramm­i di rifiuti al giorno, circa il 14 per cento in plastica. Al mercato all’aperto di Torba, a Doha, capitale dell’emirato guidato dallo sceicco Tamin ben Hamad Al-thani, soffia però un’aria nuova. Tutti i fine settimana, i petro-clienti scoprono tra le bancarelle cibi freschi e organici, noogm, privi di pesticidi o altre sostanze chimiche, prodotti rigorosame­nte nella zona: dai datteri al caffè, dal latte «crueltyfre­e» alle uova da galline allevate in libertà, fino alla frutta e alla verdura coltivati ai bordi del deserto. E poi ci sono le iniziative «eco-friendly», dove sceicchi, manager stranieri e relativi figli imparano ad essere più attenti alla propria «impronta climatica». Le bottiglie in plastica sono bandite, alcuni volontari distribuis­cono gratuitame­nte tazze rilavabili per attingere l’acqua alla fontana. L’emiro ha promesso alle Nazioni Unite che i Mondiali di calcio del 2022 in Qatar saranno a emissioni zero, i primi della storia. Non sarà facile per un Paese abituato a sperperare: è vero che nella Costituzio­ne del 2004 figura l’impegno «a proteggere l’ambiente e l’equilibrio ecologico», ma l’emirato ancora produce oltre 2,5 milioni di rifiuti solidi e solo l’8%, secondo l’agenzia Afp, viene riciclato.

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