L’anti-greta arruolata dalle lobby del petrolio
Annoiati dalle ramanzine di Greta Thunberg-grillo Parlante sul pianeta in fiamme? Se la diciassettenne svedese dalle treccine bionde vi ha stancato, l’anti-greta potrebbe piacervi persino meno. Anche Naomi Seibt è bionda, ma con i capelli sciolti e il trucco agli occhi. Ha 19 anni, viene da Münster, in Germania, e si autodefinisce una «realista climatica». Ovvero, a chi le ricorda che gli scienziati sono concordi al 97% nel ritenere che il riscaldamento terrestre sia provocato dall’uomo, risponde, via Youtube: «Ridicolo. La climatologia non è una scienza, l’allarmismo è una deplorevole ideologia contro l’umanità, vogliono farci sentire in colpa senza considerare i successi ottenuti con i combustibili fossili». Figlia di una legale del partito di estrema destra Alternative für Deutschland, Naomi è una «influencer» che fino a qualche mese fa scriveva molto di «orgoglio germanico» e quasi nulla di clima. Finché non è stata assoldata, con stipendio mensile, dal think tank americano The Heartland Institute, finanziata dalle lobby del petrolio e del carbone, sulla cui pagina web compare un video ironico della teenager: «Ho una buona notizia per voi. Il mondo non sta finendo. Tra dodici anni saremo ancora qui, a far foto con i nostri iphone18s». Questo fine settimana, subito dopo Donald Trump, è stata la star della Conservative Political Action Conference a Washington, dove ha elogiato il suprematista bianco Stefan Molyneux. Greta per ora la ignora e continua il tour del mondo: venerdì lei era a Bristol a festeggiare con 30mila giovani l’ottantesima settimana di scioperi per il clima.