NON SIAMO CONSIDERATI GLI UNTORI D’EUROPA
Caro Aldo,
le scrivo da Abu Dhabi. Se la scoperta del Covid-19 in Italia fosse avvenuta solo qualche ora prima, forse avrei disfatto le valigie rinunciando alla vacanza con la famiglia. Invece come tanti altri italiani mi sono dovuto sottoporre a verifiche piuttosto stringenti sul mio stato di salute. Tuttavia mi sono sentito rispettato e accolto bene...
Nicola Campoli
nicolacampoli1967
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Caro Nicola,
Anch’io come lei ho passato questa settimana all’estero, sia pure in un luogo meno esotico: banalmente a Londra. Mi sento però di poter dire la stessa cosa: non siamo affatto visti e trattati come gli «appestati dell’occidente». È un’immagine che ci siamo ritagliati addosso con il vittimismo che sembra essere diventato una caratteristica nazionale. Negli aeroporti di Londra i passeggeri in arrivo dall’italia non subiscono alcun controllo particolare. Il governo ha già detto che non bloccherà i voli. In hotel ti viene semplicemente chiesto di indicare se sei stato nei comuni considerati a rischio. La richiesta, avanzata anche in Francia, è di osservare un periodo di attesa prima di interagire con persone del posto, a scuola o su un luogo di lavoro: non mi pare una richiesta illegittima. È mia abitudine, ogni volta che all’estero converso con qualcuno, chiedergli da dove viene, e ovviamente dire che sono italiano: mai ho notato uno sguardo diverso dal solito sorriso che ispira il nostro Paese. Una signora romena ha tenuto ad aggiungere: «Il coronavirus ormai è dappertutto, anche se non tutti l’hanno scoperto». Non so se la sua tesi abbia appigli scientifici. Camminiamo tutti in una terra sconosciuta, anche gli scienziati avanzano ipotesi e quindi si contraddicono. L’importante è la tenuta emotiva, che almeno a Milano c’è stata. Certo, all’estero ha fatto una certa sensazione vedere il presidente della Lombardia con la mascherina, o sentire il premier criticare ospedali per gli errori (che palesemente ci sono stati, ma quando vengono fatti rilevare dalle autorità comunicano una sensazione di insicurezza). Però non è vero che siamo visti come gli «untori» d’europa. È vero — come ci hanno segnalato molti lettori — che sono stati cancellati voli da e per l’italia: ma non si tratta di una discriminazione legata al virus, bensì di una misura — certo criticabile — per risparmiare, visto il calo della domanda.
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