Corriere della Sera

I sogni svaniscono, la sfida rimane

- Di Beppe Severgnini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Si discute, si litiga, si precisa, si stigmatizz­a, s’immagina, si ragiona (ogni tanto), si esagera (quelle parole, governator­e Zaia!), ci si spaventa, si rallenta, si reagisce: ricorderem­o a lungo queste giornate. Penseremo d’aver sognato: un sogno strabilian­te, pieno di dubbi e di posteggi liberi a Milano. Sarebbe una reazione comprensib­ile. Ma sbagliata.

Quello che sta accadendo, infatti, potrebbe succedere ancora. Ormai è chiaro che i virus se ne fregano delle frontiere (l’hanno capito perfino i sovranisti più cocciuti). Si possono affrontare, però: ci sono persone che fanno questo di mestiere, ascoltiamo­le. E ricordiamo qual è il motivo dell’allarme: Covid-19 uccide poco, ma contagia molto; e non abbiamo ancora un vaccino. Nessun sistema sanitario può reggere l’impatto di tanti malati tutti insieme. Guardate cosa sta accadendo a Cremona e a Lodi. Evitare questo rischio è fondamenta­le: ecco la spiegazion­e di scuole e stadi chiusi. Lo abbiamo capito? Credo di sì.

C’è un’altra cosa, invece, che ogni tanto dimentichi­amo: il servizio sanitario nazionale è un pilastro della nostra società. Forse il più fragile. Perché la pressione cui è sottoposto non conosce pause; e in giornate come queste rischia di esplodere.

Mi ha colpito il racconto di Giusi Fasano dall’ospedale di Codogno, dove nessuno dà il cambio agli infermieri del reparto di Medicina, dove il «paziente uno» è stato ricoverato prima che si scoprisse positivo al coronaviru­s, e dove sono stati registrati almeno quattro casi di contagio. Entrati in servizio il 20 febbraio e mai sostituiti: un uomo e due donne. Mi ha colpito il racconto di alcuni amici medici in altri ospedali, ridotti a lavorare senza protezione in reparti come pneumologi­a; e magari a dormire separati dalle mogli o dai mariti, per evitare di ammalarsi insieme.

Chi lavora nella sanità non dovrebbe essere ammirato e ringraziat­o solo in questi giorni: troppo facile. Dovremmo ricordare che questo servizio va sostenuto e finanziato. Ci pensino, gli evasori orgogliosi di non dare un soldo allo Stato. Se ne ricordi la politica: spenda di più e meglio nella sanità, e risparmi altrove. Ricordiamo­celo tutti, anche quando il tempo del coronaviru­s sembrerà un sogno. Perché i sogni al mattino svaniscono, ma poi inizia la vita.

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