Corriere della Sera

«La vita nel paese il cui solo nome porta brividi»

- Andreina Garioni

In una situazione di normalità avrei scritto per mandare semplici auguri per Pasqua, ma abito a Codogno, incredibil­e focolaio del virus, e ogni contatto con il mondo «esterno» è prezioso e porta un poco di luce. All’atmosfera che si vive si addice molto l’inizio di una poesia di Carducci: «Una bieca druidica visione sugli spiriti cala e gli tormenta».

Il solo nome del paese oggi, nel clima di paura e di panico generali, porta i brividi. Venerdì scorso, in un paio d’ore, siamo precipitat­i in una voragine dalla quale non so come risaliremo. La vita sta un poco riprendend­o il suo corso, nel senso che si esce, ci si parla, non manca niente, ma gli affetti hanno assunto nuovi significat­i, le relazioni hanno perso vigore, tutti sospettosi di tutti, tutti potenziali untori o contagiati. Manca come bene primario l’ebbrezza della libertà, mentre si è acuito il senso di precarietà e di finitudo umana. Il tempo è diventato un grande amico. Si è fatto lungo, ci coccola concedendo­ci momenti per una infinità di cose da fare senza fretta, senza ansia.

La nostra vita è cambiata. Chissà mai se tornerà quella di un tempo. Stavo aspettando la primavera, con l’emozione antica e di anno in anno rinnovata. Già sentivo il suo profumo, ne curavo i colori. i fili verdi, la luce. Passerà con pochi fremiti, senza guizzi lasciando il senso delle cose perdute.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy