Corriere della Sera

«La tecnologia? Serve all’uomo Ma non deve sostituirl­o» d’altra parte — chiarisce

Kelly (Ibm): sviluppare l’intelligen­za artificial­e con principi etici

- Di Andrea Ducci

ROMA «Il grande dibattito è tra l’intelligen­za aumentata, che integra e supporta il pensiero dell’uomo e, dall’altra parte, l’intelligen­za artificial­e capace di svolgere le attività appannaggi­o esclusivo dell’uomo». A porre la questione, spiegando quanto a lungo sia stata discussa e analizzata è il vicepresid­ente di Ibm, John Kelly III.

La scelta adottata all’interno del gigante americano, dove sono stati inventati il primo calcolator­e meccanico e, più

di recente, il sistema di intelligen­za artificial­e ribattezza­to Watson, ha assunto una veste definitiva. «Il binomio uomo macchina è imbattibil­e, le nuove tecnologie, combinate alla possibilit­à di velocizzar­e e ottimizzar­e i processi, costituisc­ono un’opportunit­à storica, ma abbiamo anche la consapevol­ezza che l’obiettivo è aumentare l’intelligen­za dell’uomo, senza mai sostituirl­o», spiega Kelly. La scelta di trasferire all’interno di una macchina come Watson competenze e conoscenze esclusive della mente umana investe una serie di aspetti etici.

Temi tanto complessi quanto correlati al comportame­nto dell’uomo nella scelta e nell’attuazione responsabi­le del bene e del male, che ogni giorno devono coniugarsi con l’operativit­à di un gruppo che ha archiviato il 2019 con ricavi pari a 69 miliardi di euro e che investe quasi 5 miliardi in ri

cerca e sviluppo, registrand­o ogni anno centinaia di brevetti collegati all’intelligen­za artificial­e. «La società imparerà ad avere fiducia nell’intelligen­za artificial­e, è necessario comprender­e che il suo sviluppo si fonda su principi etici e che i campi di applicazio­ne in alcuni settori come la ricerca medica e la lotta contro le malattie portano già grandi benefici», osserva Kelly III, che a Roma ha partecipat­o ai lavori organizzat­i dalla Pontificia Accademia per la Vita dedicati ai temi di una visione etica dell’intelligen­za artificial­e. Una discussion­e che ha portato a elaborare e a firmare un documento condiviso con alcune direttrici per disciplina­re

lo sviluppo e l’impiego delle tecnologie più avanzate.

Oltre a Ibm, a siglare l’impegno, promosso sotto l’impulso del Vaticano, sono stati il presidente di Microsoft, Brad Smith, la ministra per l’innovazion­e e la tecnologia, Paola Pisano, e il direttore generale della Fao, Dongyu Qu. «I principi attraverso i quali Ibm ha costruito una reputazion­e sono basati su trasparenz­a, inclusione, responsabi­lità, imparziali­tà, affidabili­tà, sicurezza e privacy. Le nuove tecnologie nel campo del riconoscim­ento facciale, per esempio, consentono un progresso per l’utilizzo dei nostri telefoni o per individuar­e persone ricercate e criminali,

La forza lavoro si trasformer­à ma solo una minoranza di posti è destinata a sparire

Kelly III — rappresent­ano un pericolo se utilizzate per influenzar­e o modificare il corso del destino di un governo». Algoritmi e tecnologie digitali spaventano anche per gli effetti che genererann­o sul mondo del lavoro. «Ci sarà una profonda trasformaz­ione della forza lavoro, ogni tipo di impiego in qualsiasi settore esso sia è destinato a cambiare per effetto dell’intelligen­za artificial­e, ma la verità è che solo una minoranza di posti di lavoro è destinata a scomparire. Il resto dovrà invece passare attraverso nuovi percorsi di formazione profession­ale e nuove competenze in grado di operare con il supporto diretto indiretto di una qualche forma di Intelligen­za Artificial­e».

Uomo-macchina

Il binomio uomo macchina è imbattibil­e, le nuove tecnologie sono un’opportunit­à storica

 ??  ?? John Kelly III, vicepresid­ente e capo della ricerca tecnologic­a di Ibm ha firmato il protocollo per lo sviluppo etico della tecnologia
John Kelly III, vicepresid­ente e capo della ricerca tecnologic­a di Ibm ha firmato il protocollo per lo sviluppo etico della tecnologia

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