Embraco, 429 addetti senza stipendio Il rilancio è lontano
Che fine ha fatto il progetto di reindustrializzazione della ex Embraco di Riva di Chieri, provincia di Torino? A quasi due anni di distanza dal piano concepito dall’allora ministro Carlo Calenda tutto è ancora fermo. Non è stata realizzata neanche una delle due linee di assemblaggio per la produzione di robot per pannelli fotovoltaici e di filtri per la depurazione dell’acqua inserite nel piano industriale dell’investitore israelo-cinese Ventures. Linee che dovevano nascere in sostituzione di quelle per la fattura di compressori per frigoriferi dell’ex controllata brasiliana di Whirlpool.
La multinazionale Usa dell’elettrodomestico, tramite la sua controllata, si era impegnata — evitando di dare seguito alla procedura di licenziamento collettivo per cessazione di attività — a erogare un finanziamento di 20,2 milioni a fondo perduto per far ripartire la produzione nello stabilimento in modo da riassorbire dall’inizio di quest’anno i 429 addetti. Peccato che la road map del rilancio si sia incartata nonostante sia già staccato un assegno complessivo di 10 milioni. In questo anno e mezzo quei soldi sarebbero stati utilizzati per pagare consulenze tecniche da importi spropositati da parte dei vertici di Ventures. Un presunto giro di mazzette su cui sta indagando anche la Procura di Torino. Ecco perché la vecchia proprietà ha deciso di bloccare i fondi restanti chiedendo al ministero dello Sviluppo, tramite i suoi legali di Dla Piper, di vincolare l’importo residuo all’effettivo rilancio dell’impianto. Ventures ha dichiarato di non poter pagare gli stipendi dei dipendenti, gran parte dei quali sono ancora in cassa integrazione, non ha effettuato l’aumento di capitale previsto anche per le inadempienze dei partner cinesi: la Guangdong Electric Power Design Institute per la linea robot e la Shanghai Lonsid Import&export per la linea filtri. È stata coinvolta Invitalia per cercare un altro socio.
● Lo stabilimento di Riva di Chieri era di proprietà della Embraco, l’ex controllata brasiliana della Whirlpool
● Si è tentato un progetto di reindustrializzazione (nella foto il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli) con un nuovo socio che avrebbe dovuto produrre robot per pannelli fotovoltaici e filtri di depurazione