Corriere della Sera

Una «Divina Commedia», illustrata, lunga 97 metri

- Di Jessica Chia

Una Divina Commedia illustrata alta 4 metri e lunga 97, per un peso di 300 chili, forse la più grande mai ricreata. Sta realizzand­o l’opera record dedicata a Dante l’artista Enrico Mazzone (Torino, 1982) che dal 2016 lavora dalla Finlandia a un progetto che approderà a Ravenna nel 2021, in occasione dei 700 anni dalla scomparsa dell’alighieri. Progetto che si aggiunge alle celebrazio­ni, come la recente istituzion­e a giornata nazionale del Dantedì, il 25 marzo, nata da un’idea lanciata sul «Corriere della Sera» dal giornalist­a e scrittore Paolo Di Stefano che, con il linguista Francesco Sabatini, ne ha coniato il nome.

Dopo la laurea all’accademia di Belle Arti di Torino, nel 2014 Mazzone lascia l’italia per lavorare in Islanda, Groenlandi­a e poi a Rauma, in Finlandia, dove vive tuttora. Qui, in occasione di una visita alla cartiera Upm della città, l’artista riceve in regalo un enorme scampolo di carta difettoso, così inizia a pensare a come poterlo utilizzare. «L’idea dell’opera — racconta al “Corriere” — nasce mentre facevo jogging nei boschi. Pensavo a che cosa avrebbe potuto raccontare la carta come memoria di secoli di storia. Poi mi è venuto in mente il 13° Canto della Commedia, quello sui dannati e i suicidi». I boschi e i laghi finlandesi, «l’intensità della natura, monotona, piatta, primordial­e», sono diventati la scenografi­a di una nuova Commedia illustrata, dove la foresta è vista come memoria umana e le tre cantiche sono riadattate al territorio finlandese.

Dal 2016, Mazzone lavora al suo progetto ogni giorno tra le 8 e le 12 ore (a oggi ha consumato 6.240 matite, che conserva), un enorme disegno in bianco e nero «su cui traccio i chiaroscur­i con la tecnica dei puntini a matita, ispirandom­i all’incisione». L’opera è ancora senza titolo: «Ho pensato — spiega l’artista — a Kalevaligh­ieri perché Kalevala è il racconto epico finlandese, scritto a metà Ottocento da Elias Lönnrot»; così l’epopea nazionale finlandese si lega al mito dantesco. Da sempre appassiona­to alla mitologia, al disegno iconografi­co e alle incisioni medievali e gotiche, tra i suoi riferiment­i c’è più William Blake che Gustave Doré. «Ci sono figure, come Paolo e Francesca, che ricordano le persone del luogo, che ho usato come canovacci». Nell’opera c’è anche il volto dell’artista: «È l’incipit: il mio autoritrat­to in cui disegno la Commedia è l’affabulazi­one della narrazione, la mia ricerca poetica in cui gioco con la finzione, cioè io, e la realtà, cioè la Commedia».

Per vedere l’opera terminata bisognerà aspettare il 2021, quando Mazzone la trasporter­à a Ravenna, grazie anche all’interesse di Marco Miccoli, ideatore del progetto «Danteplus». Qui sarà terminata e andrà in mostra tra marzo e settembre 2021 (i prossimi 14 e 15 marzo, 66 metri saranno esposti alla fiera d’arte finlandese di Turku, la Turun Messukesku­s). Sul Dantedì l’artista si augura una giornata «che abbia un approccio fruibile a tutti e vicino ai nostri tempi». Un gigantesco omaggio alla Commedia che dall’esilio, come toccò al poeta, arriverà in Italia.

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Enrico Mazzone mentre lavora all’opera

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