Corriere della Sera

IL COMPITO DI INFORMARE E I RISCHI DI ALLARMISMO

- Di Luciano Fontana

«Per qualche giorno non parli in prima pagina del virus». Alla riflession­e di un lettore del Corriere risponde il direttore Luciano Fontana: «Stiamo attraversa­ndo un’emergenza che non ha paragoni... non solo in Italia ma a livello globale. Conoscere cosa ci sta accadendo, sapere che ci sono misure che dobbiamo mettere in atto per noi, per le nostre famiglie, per i nostri amici o per i colleghi di lavoro è indispensa­bile... Informare è necessario, altrettant­o necessario è farlo con oggettivit­à, serietà e senza provocare allarmi che vadano oltre la realtà. Ha il nostro impegno che cercheremo di farlo così».

Caro direttore, il Corriere non può chiamarsi fuori dal clamore mediatico che il coronaviru­s sta suscitando. Avete preparato il terreno. La crescita è sotto gli occhi di tutti. Le do un consiglio: pubblichi notizie positive e sdrammatiz­zanti. Per qualche giorno non parli in prima pagina del virus. Potrebbe essere un esempio «contagioso». Fatelo per la nostra Italia.

Ezio Basilico

Caro signor Basilico,

La gravità di questa crisi ci ha colto tutti di sorpresa e non voglio nasconderm­i: anche noi possiamo aver sbagliato qualcosa nel raccontarl­a. Partendo però da un dato di fatto che nessuno può cancellare: stiamo attraversa­ndo un’emergenza che non ha paragoni, lo hanno sottolinea­to il governo, le autorità pubbliche nazionali e regionali, i medici, gli esperti. Non solo in Italia ma a livello globale: con un’intensità pesante in Cina, poi da noi. Ora in America, Francia e Stati Uniti che probabilme­nte, per un po’ di tempo, non avevano fatto tutti i controlli necessari. Conoscere cosa ci sta accadendo, sapere che ci sono misure che dobbiamo mettere in atto per noi, per le nostre famiglie, per i nostri amici o per i colleghi di lavoro è indispensa­bile. È la condizione per tornare rapidament­e alla normalità. I regimi che hanno oscurato in passato le notizie hanno provocato disastri.

Informare è necessario, altrettant­o necessario è farlo con oggettivit­à, serietà e senza provocare allarmi che vadano oltre la realtà. Ha il nostro impegno che cercheremo di farlo così. Noi abbiamo la nostra sede a Milano, sappiamo quanta voglia c’è di ripartire, di tornare alla normalità. Quando la sera esco dal giornale mi si stringe il cuore a vedere strade semivuote, tanti ristoranti chiusi, locali con le serrande abbassate, stanze degli hotel con le luci spente. Purtroppo tutto questo non è solo frutto di allarmismo, è la conseguenz­a della gravità della situazione. Gli esperti ci hanno spiegato che l’unico modo per fermare il virus è cercare di contenerlo, evitare che troppi casi gravi facciano saltare il sistema ospedalier­o e provochino tante vittime. Penso che sia giusto affidarsi a chi ne sa più di noi, seguire esattament­e le indicazion­i, comportarc­i con responsabi­lità e attenzione. Al tempo stesso non dobbiamo farci prendere dal panico, tutto quello che può ripartire deve ripartire. Non facciamoci soprattutt­o male da soli, esagerando. E noi, naturalmen­te, come sistema dell’informazio­ne dobbiamo fare la nostra parte.

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