Corriere della Sera

Chi non aiuta gli altri non è un vero cristiano

- di Francesco

Satana è una realtà

La presenza di Satana è una realtà nella nostra vita cristiana, perché Satana è una realtà. Alcuni dicono: no, Satana non esiste, c’è in noi una tendenza ad andare anche verso il male, a causa delle nostre malattie materiali, spirituali o psichiche. È vero, noi siamo persone ferite, ma Satana esiste: è il Seduttore. La rinuncia a Satana e alle sue seduzioni viene presentata con un linguaggio diverso rispetto alla profession­e di fede. Dico «Credo in Dio, Padre onnipotent­e, creatore, redentore» e non «Credo in Satana», perché non mi affido a Satana come un bambino si affida alla mano del papà. Io credo Satana, credo alla sua esistenza, ma non lo amo. Non dico «credo in», perché so che esiste, ma devo difendermi dalle sue seduzioni.

Il populismo

Il populismo opprime il povero e strumental­izza la fede. Un’altra caratteris­tica del populismo è che costruisce un culto intorno al suo «portavoce»: il grande sacerdote. Ne abbiamo conosciuti tanti: pensa a Hitler. Pensa a lui, è sufficient­e. Egli era un grande sacerdote populista, un eletto, un dio — così si credeva. I populisti sono uomini e donne che pensano solo a se stessi — non agli altri, che abbandonan­o alla miseria, uccidono o lasciano morire — e alimentano il culto di sé, credendosi Dio.

Emblematic­a in tal senso è la storia di Napoleone, l’uomo sicuro che si è incoronato da solo, che ha provato il piacere perverso di costringer­e un Papa alla prigionia. Al termine della sua vita il Signore ha avuto la misericord­ia di fargli sentire le umiliazion­i, ed è morto come un poveraccio confinato su un’isola. Forse lì il Signore gli ha perdonato tante cose.

Parlare con i morti

Se la tua fede è viva, come quella che tua nonna ti ha trasmesso — perché credeva alla risurrezio­ne e adesso, in virtù della sua fede, è viva e contempla Dio — domandagli­elo ora, chiedile se è vero: ti risponderà. Possiamo parlare con i nostri defunti, con gli antenati; possiamo domandare loro: dove sei? Perché essi sono già in Dio, membra del corpo risorto di Cristo; e poi vi sarà la risurrezio­ne universale, per tutti.

Il giudizio universale

Non lo so... perché non ho partecipat­o alla prova del giudizio universale... Se devo pensare a come sarà il giudizio mi viene in mente... un abbraccio. Il Signore mi stringerà e mi dirà: qui sei stato fedele, qui non molto; ma vieni, facciamo festa perché sei arrivato. Egli perdonerà gli sbagli che ho commesso — ne sono sicuro — perché ha un «difetto»; Dio è «difettoso», «zoppica»: non può non perdonare.

È la «malattia» della misericord­ia. (...) A me piace pensare così. Io non penso al giudizio universale come a un bilancio.

Inferno

Noi non sappiamo. Vi sono alcuni, e tra questi anche tanti personaggi storici, che fino alla fine sono rimasti chiusi all’amore di Dio. Ma noi non possiamo mai sapere, perché Dio è ammalato di misericord­ia. È anche giusto, d’altra parte, che Egli non possa fare nulla se non gli si apre il cuore. Se uno nella vita si è preso il «vaccino» contro la misericord­ia di Dio, è finita.

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