L’allarme delle imprese: c’è chi non vuole più caricare le nostre merci
Scaglia: basta enfasi e spettacolarizzazione
«Bergamo nel nuovo decreto è oggetto di ulteriori provvedimenti restrittivi. Ma la situazione delle imprese è già molto difficile e tra gli imprenditori c’è grande preoccupazione, perché si è interrotta la comunicazione con i nostri clienti e fornitori: non ci sono più visite in stabilimento e ora si sta bloccando anche il trasporto», afferma Stefano Scaglia, amministratore delegato dell’omonimo gruppo di sistemi di automazione industriale e presidente di Confindustria Bergamo.
Perché parla di blocco dei trasporti?
«I traportatori internazionali cominciano a rifiutare di ritirare le merci nelle nostre aziende, perché temono di essere messi in quarantena dai loro Paesi. È successo la settimana scorsa alla mia azienda: un ungherese, già in Italia, ha preferito tornare in Ungheria con il camion vuoto. Bergamo è una provincia a forte vocazione esportatrice, con 16,5 miliardi di export l’anno scorso, questa immagine dell’italia sotto scacco virus penalizza il nostro interscambio».
Che cosa chiede?
«Subito due cose. Premesso che la salute deve avere priorità su tutto, chiediamo di
cambiare il tono del racconto. Se è giusto varare provvedimenti puntuali mirati alla tutela della salute, serve meno enfasi comunicativa e meno spettacolarizzazione. La presenza continua del premier in tv o il governatore della Lombardia che si mette la mascherina trasmettono all’estero una situazione di estrema gravità. Come Milano, anche Bergamo ha realizzato un filmato, “Bergamo is running”, e abbiamo fatto una serie di comunicati sui social media, per cercare di trasmettere un quadro meno allarmante».
La seconda cosa?
«Crediamo sia importantissimo il ruolo della Farnesina, che ha la delega per il commercio estero: perciò chiediamo che si adoperi con le ambasciate all’estero per migliorare l’immagine del Paese in questo momento e gestire i provvedimenti restrittivi annunciati nei nostri confronti. Ma servono anche misure urgenti per tamponare l’emergenza economica, perché la crisi arriverà di sicuro per tutti, prima toccherà esercizi commerciali, industria del divertimento e turismo, poi le imprese manifatturiere».
Il governo prepara un decreto con un pacchetto di misure per 3,6 miliardi per rilanciare l’economia. Quali sono le priorità?
«In questa fase misure di sostegno al reddito delle imprese e dei lavoratori, quindi subito credito d’imposta per le aziende che subiscono un forte calo del fatturato e cassa integrazione in deroga. Ma poi vogliamo un piano di crescita strutturale per il Paese, per il quale occorre forte coesione politica. Penso al piano infrastrutturale: le risorse ci sono già, ma non parte».
Le misure utili? Credito d’imposta per le aziende con forti cali al fatturato e cassa integrazione in deroga
E la Farnesina si adoperi per l’immagine del Paese