Corriere della Sera

Un sacerdote positivo al virus A Roma due chiese inaccessib­ili

Sono San Luigi dei Francesi e Sant’ivo dei Bretoni Il prete 43enne è in Francia, 24 prelati in quarantena Slitta l’incontro di Assisi «L’economia di Francesco»

- (Ansa/lami) Rinaldo Frignani

ROMA Dell’avviso in francese affisso sui portoni di San Luigi dei Francesi se ne sono accorti di prima mattina. Ed è stato uno choc. Qualcuno fra i numerosi fedeli e turisti ha scosso la testa, altri sono corsi a chiamare il medico, anche se di domenica. Nessuna possibilit­à nemmeno di poter ammirare i capolavori del Caravaggio. Da ieri la chiesa nazionale dei cattolici francesi a Roma da più di 400 anni è anche la prima a chiudere i battenti nella Capitale a causa dell’epidemia di coronaviru­s, seguita a ruota da quella di Sant’ivo dei Bretoni. La prima a due passi da Palazzo Madama, la seconda vicino a via della Scrofa. La decisione, come conferma l’ufficio dell’arcivescov­o Michel Aupetit, è stata presa sabato dall’ambasciata di Francia dopo che da Parigi è arrivata la notizia che un prete di 43 anni, Alexandre Comte, è risultato positivo ai test il giorno precedente.

Da tempo il sacerdote vive a Roma, da dove è partito il 15 febbraio in auto per Parigi. E nella città francese ha officiato almeno due messe negli ultimi giorni nella chiesa di Notre-dame de la Croix, dove è vicario del parroco. Attualment­e si trova, in condizioni soddisface­nti, all’ospedale Bichat dove sempre in isolamento sono ricoverati altri tre contagiati. Il prelato dovrà rimanere sotto osservazio­ne per dieci giorni.

Non è chiaro dove sia stato infettato dal coronaviru­s, e questo ha gettato da subito nella preoccupaz­ione più cupa chi fra gennaio e l’inizio di febbraio ha frequentat­o le due chiese nel centro di Roma, oltre ovviamente ai fedeli parigini. Durante il suo viaggio in macchina verso la Francia, padre Comte si sarebbe fermato nel Nord Italia, forse in una delle zone rosse, per dormire in una pensione.

Non si esclude che il contagio — anche per i tempi di incubazion­e — possa essere avvenuto in quell’occasione e che poi i sintomi si siano manifestat­i a Parigi.

La chiusura a tempo indetermin­ato di San Luigi dei Francesi, nella quale sono custodite tre opere del Caravag

Chiusa

La chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma chiusa «fino a nuovo ordine»: niente messe né visite gio (il «Martirio di San Matteo», «San Matteo e l’angelo» e «La Vocazione di San Matteo») e di Sant’ivo — un tempo ospizio per pellegrini francesi —, è stata presa a scopo precauzion­ale. In quarantena le persone che hanno avuto contatti con il sacerdote: 24 prelati che abitano nello stesso complesso religioso, senza contare il personale che li assiste.

Non è escluso che entro breve entrambe le chiese — insieme con l’alloggio del prete — possano essere decontamin­ate. Solo allora saranno riaperte ai fedeli. Nel frattempo sono state aggiunte altre funzioni nelle «francesi» San Nicola dei Lorenesi (piazza Navona) e Trinità dei Monti. Ma anche a Roma adesso si comincia ad andare in chiesa con qualche preoccupaz­ione per il concentram­ento di persone nello stesso posto, mentre ad Assisi il comitato organizzat­ore di «The economy of Francesco», incontro internazio­nale fra giovani studiosi e operatori dell’economia di 115 Paesi, convocati dal Pontefice e in programma il 28 marzo, ha annunciato che l’evento è stato rinviato al 21 novembre.

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