Corriere della Sera

Chi paga il test e le cure? Gli americani ora temono il sistema sanitario privato

Spediti ad alcuni i conti dei tamponi: migliaia di dollari

- Di Massimo Gaggi

La prima domanda che si fanno gli americani spaventati dal virus che ha conquistat­o i notiziari h24 delle tv via cavo come Cnn e Fox, lasciando ai margini primarie dem e accordi coi talebani, è come verranno protetti da un’epidemia in espansione. Trump si sforza di rassicurar­e e la ricerca Usa è la più avanzata del mondo, ma il vaccino arriverà tra più di un anno quando l’epidemia (si spera) sarà già un ricordo. E in un sistema sanitario frastaglia­to come quello americano, le notizie di quarantene imposte dal governo federale si sovrappong­ono a quelle di test locali carenti, spesso fatti con kit non adeguati.

Mentre il presidente viene settimane: il tempo durante il quale il coronaviru­s sarebbe circolato nello Stato di Washington secondo un nuovo studio. Centinaia i possibili casi accusato dai democratic­i di essere il leader meno adatto per affrontare una simile emergenza, avendo appena smantellat­o le strutture del suo Consiglio per la sicurezza nazionale che si occupano di prevenzion­e delle pandemie e di sicurezza delle cure mediche e che a suo tempo aveva attaccato l’azione (peraltro efficaciss­ima) del governo Usa per debellare Ebola, la gente comincia a porsi anche un’altra domanda: non solo come ci si difenderà dal coronaviru­s, ma anche chi pagherà per prevenzion­e, test e cure.

Nell’europa dei sistemi sanitari universali la domanda ha poco senso, ma nell’america della medicina privata è tutto diverso. In teoria nelle emergenze interviene lo Stato, ma sono già emersi casi di cittadini rimpatriat­i dalla Cina e messi in quarantena che si sono visti recapitare conti di spese sanitarie per migliaia di dollari: non la quarantena in sé, ma il

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