Chi paga il test e le cure? Gli americani ora temono il sistema sanitario privato
Spediti ad alcuni i conti dei tamponi: migliaia di dollari
La prima domanda che si fanno gli americani spaventati dal virus che ha conquistato i notiziari h24 delle tv via cavo come Cnn e Fox, lasciando ai margini primarie dem e accordi coi talebani, è come verranno protetti da un’epidemia in espansione. Trump si sforza di rassicurare e la ricerca Usa è la più avanzata del mondo, ma il vaccino arriverà tra più di un anno quando l’epidemia (si spera) sarà già un ricordo. E in un sistema sanitario frastagliato come quello americano, le notizie di quarantene imposte dal governo federale si sovrappongono a quelle di test locali carenti, spesso fatti con kit non adeguati.
Mentre il presidente viene settimane: il tempo durante il quale il coronavirus sarebbe circolato nello Stato di Washington secondo un nuovo studio. Centinaia i possibili casi accusato dai democratici di essere il leader meno adatto per affrontare una simile emergenza, avendo appena smantellato le strutture del suo Consiglio per la sicurezza nazionale che si occupano di prevenzione delle pandemie e di sicurezza delle cure mediche e che a suo tempo aveva attaccato l’azione (peraltro efficacissima) del governo Usa per debellare Ebola, la gente comincia a porsi anche un’altra domanda: non solo come ci si difenderà dal coronavirus, ma anche chi pagherà per prevenzione, test e cure.
Nell’europa dei sistemi sanitari universali la domanda ha poco senso, ma nell’america della medicina privata è tutto diverso. In teoria nelle emergenze interviene lo Stato, ma sono già emersi casi di cittadini rimpatriati dalla Cina e messi in quarantena che si sono visti recapitare conti di spese sanitarie per migliaia di dollari: non la quarantena in sé, ma il