Turisti in coda: ma il Louvre si ferma
Quando ormai la coda davanti alla Piramide era lunga e i turisti furibondi, il personale del Louvre riunito in assemblea ha stabilito ieri — dopo tre ore di discussioni — che il museo più visitato del mondo sarebbe rimasto chiuso, per tutta la domenica.
Una decisione presa quasi all’unanimità, con 298 voti favorevoli e solo due contrari, dopo avere consultato il medico del lavoro e la direzione (contraria). Se e quando il Louvre riaprirà dipenderà dalla riunione straordinaria del «Comitato d’igiene, sicurezza e condizioni del lavoro» convocato per oggi.
È una scelta notevole perché non è stata consigliata da alcuna autorità, né governativa né sanitaria: sono i lavoratori che hanno deciso in autonomia di esercitare il «diritto di ritiro», garantito dal codice del lavoro francese al dipendente che avverta un «pericolo grave e imminente per la sua vita o la sua salute».
Nell’attesa di entrare, alcuni turisti in coda erano scandalizzati: «Veniamo dagli Stati Uniti, abbiamo comprato i biglietti online ieri pomeriggio, questa mattina siamo arrivati all’orario di apertura, le 9, non ci hanno fatto entrare e nessuno ci ha dato spiegazioni, pensavamo fosse uno sciopero», dice John Limback, turista arrivato con la famiglia. Nel pomeriggio la direzione del museo ha assicurato che i biglietti saranno rimborsati, prendendo allo stesso tempo la distanze dalla decisione del personale: «Il diritto di ritiro in linea di massima deve riguardare una situazione specifica di lavoro e non una condizione generale di pandemia»
A spingere i dipendenti a tenere chiuso è stata la misura, annunciata la sera prima dal ministero della Sanità, di annullare gli eventi che si svolgono in ambienti ristretti, come sale da concerto o palazzetti dello sport, con più di 5.000 persone. Il prefetto di Parigi non ha incluso nella sua lista il Louvre, che però è un luogo chiuso che accoglie ogni giorno ben più di 5.000 visitatori da tutto il mondo (sono stati 9,6 milioni in tutto il 2019).
«C’è una grande inquietudine — dice il dipendente e sindacalista Christian Galani —. Chiediamo che almeno mettano a nostra disposizione il gel disinfettante e installino vetri di protezione tra chi sta alla cassa e il pubblico». Il ministero della Sanità indica che i contagiati in Francia sono saliti a 130 e raccomanda: «I viaggi non indispensabili vanno rinviati, soprattutto fuori dell’unione europea».