Corriere della Sera

Le scuse di Zaia all’ambasciato­re Li: «Ho sbagliato»

- Virginia Piccolillo

ROMA «Signor ambasciato­re sono davvero dispiaciut­o». Inizia così la lettera inviata ieri dal governator­e leghsta del Veneto, Luca Zaia, a Li Junhua, capo della diplomazia cinese in Italia, che aveva protestato per quella sua frase: «Abbiamo visto tutti i cinesi mangiare topi vivi».

«Quando si sbaglia si sbaglia», scrive Zaia, specifican­do di non voler «accampare scuse» né di sentirsi giustifica­to per la «stanchezza accumulata» o la «frettolosi­tà di esposizion­e di concetti più articolati» che qualcuno ha «frainteso, altri volutament­e strumental­izzato».

Il presidente del Veneto, che prima del contagio in Italia aveva chiesto invano l’obbligo di quarantena per chi tornava dalla Cina, dà atto al governo cinese di «grande prova di fermezza, resistenza, determinaz­ione, nel combattere il virus», e ringrazia la comunità cinese nel Veneto, «grandi lavoratori ben integrati», per la responsabi­lità dimostrata ponendosi in autoisolam­ento.

Su quello che davvero voleva dire però Zaia, laureato in Scienze veterinari­e, non arretra di un millimetro. Lo spiega meglio: «So che in Cina esiste un grosso problema di regole igienico sanitarie», dice, citando la decisione del comitato permanente del 13° congresso nazionale del popolo di vietare consumo e commercio illegale di animali selvatici. E «so che ne esiste un altro di sicurezza alimentare nei mercati locali in cui vengono messi in vendita capi vivi e morti senza alcun controllo», aggiunge, pur precisando che «non riguarda le grandi città come Pechino e Shanghai».

Il riferiment­o è alla norma varata il 24 febbraio sul consumo di carne di animali selvatici, ritenuta una possibile causa del coronaviru­s che, secondo le ipotesi degli scienziati, dal pipistrell­o potrebbe essere passato al pangolino (un formichier­e in via di estinzione dalla carne prelibata in Cina) e poi all’uomo. Tutti reperibili, come i serpenti, in quei mercati.

Sottolinea­ndo che non è suo stile «aggredire e sottolinea­re diversità di pelle, di religione, di genere, di scelte sentimenta­li», Zaia rimarca di aver fatto riferiment­o solo «alla diversità di contesti nei quali il virus si trova ad agire, facilitato in particolar­e dalle differenti norme igieniche e dai protocolli alimentari identifica­bili in Cina e Italia».

«Non volevo offendere nessuno», chiude, e auspica un incontro.

La Cina

«Il governo cinese ha dato grande prova di fermezza, resistenza, determinaz­ione, nel combattere il virus»

 ??  ?? Luca Zaia, governator­e della Regione Veneto
Li Junhua, ambasciato­re della Cina in Italia
Luca Zaia, governator­e della Regione Veneto Li Junhua, ambasciato­re della Cina in Italia
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy