L’ex vicepresidente vince, anche grazie agli afroamericani. Domani il Super Tuesday
Le primarie
● Le primarie del partito democratico sono le consultazioni con cui il partito sceglie il candidato alle elezioni generali del 3 novembre 2020: si svolgono attraverso una serie di elezioni, aperte o riservate solo agli iscritti al partito, e caucus, che sono incontri formali dei tesserati con i diversi candidati
● Il processo è lungo: cominciato il 3 febbraio con il caucus dell’iowa, finirà il 6 giugno con quello delle Isole Vergini, e condurrà a nominare un candidato al Congresso nazionale del 13-16 luglio
● Prima dell’inizio della consultazione, partita con il caucus dell’iowa il 3 febbraio, erano in ballo 29 candidati: 18 si sono ritirati prima del 3 febbraio, 4 a primarie iniziate (il più recente, ieri, Tom Steyer). Ora restano in gara Joe Biden, Bernie Sanders, Elizabeth Warren, Amy Klobuchar, Michael Bloomberg, Pete Buttigieg e Tulsi Gabbard
● Alle primarie in South Carolina Joe Biden e Bernie Sanders sono gli unici due ad aver superato il 15%, la soglia utile. Tutti gli altri sono molto staccati
SPRINGFIELD (VIRGINIA) Joe Biden smentisce i sondaggi, spiazza i commentatori, sorprende i dirigenti del partito democratico. E, forse, comincia a preoccupare Bernie Sanders, il favorito del Super Tuesday, il voto di 14 Stati (più il territorio di Samoa e gli elettori all’estero) in programma domani, 3 marzo. Il senatore del Vermont ha atteso i risultati in Virginia, a Springfield nel pomeriggio e poi a Virginia Beach in serata: da lì ha rilanciato la sua campagna.
Biden, invece, è rimasto a Columbus, la capitale della South Carolina, dove ha festeggiato la sua prima vittoria nelle primarie e l’impennata della raccolta fondi: 5 milioni di dollari nelle ultime 24 ore.
L’ex vicepresidente ha vinto con il 48,4% (circa 255 mila voti), più del doppio rispetto al 19,9% di Bernie Sanders. Nettamente staccati tutti gli altri: Tom Steyer, 11% (ieri ha annunciato il ritiro dalla corsa); Buttigieg 8,2%; Elizabeth Warren, 7,1%; Amy Klobuchar, 3,1%.
L’attenzione era puntata soprattutto sulle scelte degli afroamericani. In Nevada Sanders aveva mostrato di essere competitivo, ottenendo un interessante 27%, contro il 36% di Biden. Ma in South Carolina il 61% ha premiato «Joe» e solo il 17% il leader «socialista democratico». Sarà questo uno degli aspetti chiave del Super Martedì: il peso degli afroamericani potrebbe condizionare gli equilibri in sei Stati del Sud, dalla stessa Virginia all’alabama; dal Tennessee alla North Carolina.
Una corrente di pensiero, condivisa dai sandersiani, sostiene che l’exploit di Biden potrebbe essere circoscritto.
In South Carolina ha potuto contare sull’appoggio del deputato Jim Clyburn, gran catalizzatore della comunità nera. Altri, invece, ritengono che possa esportare altrove la formula South Carolina. In fondo il richiamo costante a Barack Obama, ormai una specie di amuleto, può funzionare in tutto il Paese, magari anche in California e in Texas.
Va notato, però, che gli exit poll segnalano un recupero di Biden tra i bianchi, sia tra la working class che nella middle class. Un dato che inquieta soprattutto Michael Bloomberg.
L’ex sindaco di New York sarà finalmente in lizza nelle elezioni di domani. Il suo piano è di ricompattare il campo moderato, accreditandosi come l’unica credibile alternativa al radicalismo di Sanders. Ma la squillante vittoria di Biden può far saltare questo schema. Lo schieramento di centro si presenta frammentato. A parte Steyer (200 milioni di investimenti, zero delegati), nessuno sta pensando a farsi da parte. Buttigieg scrive ai suoi sostenitori che «occorre ripartire con umiltà»; Klobuchar domani vuole provare a vincere nel suo Stato, il Minnesota.
Biden cerca di marcare la differenza: «Noi siamo quelli che hanno già dimostrato di essere capaci di realizzare le cose». Ma le prospettive sono confuse. I calcoli, le ipotesi di alleanze, oppure l’idea di arrivare a una convention senza maggioranze: va tutto rinviato al 4 marzo, quando sarà assegnato un terzo dei delegati e forse emergerà una mappa più chiara dell’america antitrump.