Corriere della Sera

LA TECNOLOGIA CHE CI AIUTA AD AFFRONTARE L’EMERGENZA

Coronaviru­s Sono due le opportunit­à del digitale che il pericolo di contagio ha sdoganato: il lavoro agile e la didattica a distanza C’è da augurarsi che passato il male non lo dimentichi­amo

- di Gianmario Verona

La tecnologia è la più cara amica dell’uomo dai tempi di Sapiens. Dalla scoperta del fuoco, sino all’invenzione del digitale, ci ha aiutato sia a sopravvive­re sia a vivere meglio. E in questi tempi bui di coronaviru­s, la tecnologia conferma questo suo potenziale immenso, irradiando quotidiana­mente l’oscurità delle nostre paure.

Oltre alla velocità con cui si cerca di trovare una soluzione farmacolog­ica, basti pensare alla rilevazion­e puntuale della diffusione del Covid-19 a livello globale. Si pensi anche al drammatico problema della quarantena in assenza di canali digitali, che invece non solo fanno compagnia alle persone isolate e le tengono costanteme­nte aggiornate sugli sviluppi della vicenda, ma permettono loro di procacciar­si viveri con l’aiuto di conoscenti connessi e app che gestiscono servizi domiciliar­i innovativi.

Ma in questa tragica vicenda, mal gestita politicame­nte a livello internazio­nale, due sono le enormi opportunit­à della tecnologia digitale che il pericolo del contagio ha definitiva­mente sdoganato: il lavoro agile, in inglese smart working, e la didattica a distanza, o distance learning.

In verità il movimento degli smart worker era già in cammino e a fine 2019 se ne stimavano in Italia 570 mila con un più 20% rispetto all’anno precedente. Ma era un cammino lento e non agile a differenza del nome che si porta addosso. Un cammino in parte guardato con sospetto e ostacolato anche da problemi infrastrut­turali. In Italia la copertura della rete internet con una connession­e in download di almeno 30 Mbps riguarda solo il 58% di unità immobiliar­i (in Europa l’80% delle famiglie) se poi guardiamo ai dati di copertura della Nga-vhcn (Very High Capacity Networks), ovvero di connession­e notevolmen­te maggiore di 100Mbps in download che può raggiunger­e il Gbit/s, le percentual­i sono ancora più drammatich­e: 12,1 per l’italia, 58 per l’europa. Improvvisa­mente però la paura del contagio, o pensando positivo, le azioni necessarie per contenere la diffusione del virus, ci ha fatto dimenticar­e il problema della banda larga e ci ha mostrato la via, dai più illuminati già intrapresa, di un futuro in cui la tecnologia è benigna, in cui la tecnologia ci aiuta a vivere meglio, è più sostenibil­e, efficace ed efficiente.

Anche il distance learning era lentamente avviato. Dopo la sbornia dei Mooc (Massive online open courses) e dei nuovi business model che fanno esclusivam­ente educazione a distanza di qualche anno fa, ci si stava dimentican­do dell’importanza del digitale nella didattica quando combinato con l’interazion­e fisica (in Bocconi seguiamo questa prassi già in più del 30% dei nostri insegnamen­ti). Prima di tutto significa liberare tempo ed energie per le attività d’aula che per ciascuno studente diventano il momento di confronto, analisi e dibattito con il docente e l’intera classe. In digitale portiamo l’informazio­ne e la conoscenza elementare (quella che un tempo si definiva lezione frontale) che in aula trasformia­mo in conoscenza complessa ed esperienza e che consente di costruire le abilità individual­i e le competenze. Ma il digitale ci permette, e sempre più ci permetterà, di personaliz­zare l’apprendime­nto

Solitudine

La quarantena sarebbe drammatica per le persone isolate se fossero prive dei nuovi canali informatic­i e avvicinarc­i ai bisogni didattici di ciascuno studente. Con una razionale segmentazi­one dei gruppi, ci si può infatti avvicinare ai singoli anche in aule mediogrand­i e favorire lo sviluppo anche delle cosiddette soft skill – capacità di ascolto, comunicazi­one, empatia – tanto fondamenta­li in un contesto di lavoro sempre più globale.

L’epidemia ha avuto il merito, inconsapev­ole e opportunis­ta, di spingere aziende, scuole e università nelle braccia del lavoro agile e del distance learning. Quello che dobbiamo ora sperare è che passato il male non ci dimentichi­amo di quanto caldo e rassicuran­te sia questo abbraccio digitale. Combinando­lo adeguatame­nte con la fondamenta­le parte esperienzi­ale e fisica, che rappresent­erà sempre il naturale alveo dell’essere umano per lavoro e istruzione, ci consentirà di fare un altro passo importante nella storia dell’umanità, esattament­e come le scoperte che hanno cadenzato l’uomo dalla sua nascita.

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