La lezione di Macron su Asia Bibi
Finalmente una buona notizia per chi ha a cuore i diritti umani fondamentali calpestati e si vergogna un po’ per l’indifferenza cinica dell’italia, dell’europa e del mondo nei confronti dei perseguitati abbandonati a sé stessi, ostaggi nelle mani dei loro aguzzini con cui non intendiamo rovinare le relazioni, e anche per paura delle rappresaglie. Asia Bibi, giovane cristiana prima condannata a morte poi liberata dopo anni di prigione, accusata in Pakistan di «blasfemia» solo per non aver seguito i precetti islamici, minacciata da turbe di fanatici che hanno tentato di lapidarla dopo l’uscita dal carcere, è stata infatti accolta solennemente dal presidente francese all’eliseo e la Francia si è detta disposta a concederle asilo per proteggerla dalle minacce e da un potere politico arbitrario e oppressivo. Emmanuel Macron ha dato una lezione ai campioni del realismo politico a buon mercato. E ha anche messo in evidenza, con il suo gesto, l’ipocrisia di chi, Italia compresa a destra come a sinistra in egual misura, proclama l’universalità dei diritti ma solo se non costa niente, solo se non fa correre qualche pericolo, solo se non fa arrabbiare i despoti potenti e ricattatori. Macron ha dimostrato che con la buona volontà si può fare: si può contestare la politica di discriminazione e di persecuzione dei cristiani che nei Paesi dominati dal fondamentalismo islamista sono accusati di «blasfemia» solo se si permettono di nascondere un crocefisso o un rosario nel cassetto. Ha dimostrato che noi italiani siamo i primi a tirarci indietro quando si tratta di solidarizzare con i perseguitati, visto che nessuno si era detto disponibile a offrire asilo ad Asia Bibi mentre torme di energumeni la minacciavano di morte per le piazze pakistane. Ha dimostrato che l’europa politica non esiste, che non è credibile, che è impotente, che non merita nessuna fiducia e che sarà schiacciata da un divario così macroscopico tra i princìpi proclamati e le pratiche compromissorie di sempre. Non occorre molto: solo un po’ di coerenza e un briciolo di coraggio. Per fortuna Asia Bibi ha trovato nella Francia, che peraltro è scossa da tensioni interne molto più clamorose delle nostre, un rifugio e una casa. Dovremmo essere grati al presidente Macron. E, insieme, dovremmo provare un po’ di vergogna in più.