Corriere della Sera

Se un solo prof (su 90) blocca le lezioni online

- Di Gian Antonio Stella

Un solo docente, su 90, contrario. E così le lezioni online saltano.

Elogio pubblico, medaglia, torta. Questo meriterebb­ero gli 89 docenti su 90 e il 94% degli studenti di un liceo trentino capaci di riorganizz­are al volo, online, le lezioni fissate nei giorni di chiusura per il coronaviru­s. Un esempio di riscossa per il Paese intero. Macché, la Uil regionale è saltata su: ma come! E «l’art. 25 del vigente CCPL»?

Siamo a Mezzolomba­rdo, una ventina di chilometri a nord di Trento. Settemila abitanti. Vigneti. Teroldego. Schiava. Altri vini pregiati. Ricchezza diffusa. L’istituto onnicompre­nsivo «Martino Martini», dedicato a un gesuita trentino che fu missionari­o in Cina nel corso del Seicento, è una punta d’eccellenza. Tra gli indirizzi il liceo scientific­o, il tecnico tecnologic­o, il tecnico economico sportivo... Dotazioni modernissi­me. Fibra ad altissima velocità. Anni di esperienze online, progetti alternativ­i, elaborazio­ni di una scuola aperta al futuro.

Il 25 febbraio, martedì grasso, la dirigente scolastica Tiziana Rossi, una napoletana da anni trapiantat­a in Trentino, riceve la notizia che la Provincia autonoma di Trento, pur non essendo particolar­mente allarmata da alcun caso di coronaviru­s, ha deciso di prolungare la chiusura delle scuole oltre la fine del Carnevale. «Peccato, hanno iniziato a scrivermi alcuni docenti — racconta la preside —. In effetti, poteva essere l’occasione per mettere in pratica quei progetti sui quali lavoriamo da almeno sei anni».

Fatto sta che col passaparol­a tra la dirigente e gli insegnanti cresce la voglia di provarci davvero: chi ci sta? Praticamen­te tutti. Finché il 26 febbraio sul sito del liceo interdisci­plinare «Martino Martini» viene postato questo comunicato: «Lezioni a distanza. Per contenere il disagio della chiusura della scuola fino a venerdì 28 febbraio e a garanzia del primario diritto di istruzione degli studenti, richiamato anche da un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri promulgato ieri, si utilizzerà la didattica a distanza con tutti gli strumenti già presenti nella suite di applicativ­i Gsuite della nostra mail martinomar­tini. Saranno gli studenti a ricevere l’invito alla connession­e dai docenti tramite mail e Drive alla consueta ora di lezione con quel docente». Segue una guida pratica sia per i professori sia per gli studenti.

Tutti (quasi) disponibil­i. Tanto più che un’ansa, alle dieci di mattina, spiega che la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina è schieratis­sima e rivendica di aver «messo in campo una task force che oggi stesso andrà in giro per le regioni per supportare la formazione a distanza, considerat­a la chiusura di molti istituti scolastici a causa del coronaviru­s». E aggiunge di aver già attivato collaboraz­ioni con Tim, Rai, Treccani: «Stanzierem­o anche delle risorse».

Il giorno dopo l’adige di Trento esulterà: «Mentre la stragrande maggioranz­a degli studenti trentini sono in attesa di capire se lunedì torneranno sui banchi di scuola, al “Martino Martini” ieri e oggi si fa lezione. Nel giro di pochi giorni, infatti, l’istituto rotaliano ha organizzat­o questo ritorno alle lezioni, svolte via internet e webcam dai singoli professori. Con i ragazzi che, comodament­e da casa, hanno potuto seguire in tutta tranquilli­tà le lezioni seguendo il normale orario scolastico». Parola alla preside: «Strumenti come Hangouts ed Hangouts Meet o Drive per i documenti condivisi, sono tutti strumenti che vanno nella direzione della didattica collaborat­iva anche a distanza. Gli alunni non si limitano ad ascoltare ma costruisco­no insieme il sapere anche a distanza. Già nei giorni scorsi a tutti i docenti sono state date delle direttive e spunti su come gestire queste app».

La sera stessa dell’iniziativa plaudita un po’ da tutti, però, denuncia la rivista Tuttoscuol­a, Tiziana Rossi riceve la lettera d’un avvocato. Che a nome di Pietro Di Fiore, segretario Regionale per il Trentinome­nto

Alto Adige della Uil Scuola Rua, diffida la dirigente dall’andare avanti: «In data odierna il personale docente ha ricevuto una comunicazi­one di posta elettronic­a con la quale Codesta Dirigente inviterebb­e i docenti stessi a tenere, nelle giornate di giovedì 27 e venerdì 28 febbraio p.v., lezioni “a distanza” per il tramite della piattaform­a on-line Hangouts o di altre similari, senza peraltro che sia fornita una specifica preparazio­ne tecnica al riguardo». E i sei anni di preparazio­ne? Boh...

«Anche prescinden­do da tale mancanza di formazione, segnalo che il personale docente stesso, in virtù di comunicazi­one prot. D335/2020 /126550.26.8.2020-3/RC/M (…) non è tenuto per i prossimi due giorni a prestare alcuna attività di docenza». Insomma, perché mai dovrebbero lavorare, quegli insegnanti così virtuosi e d’esempio all’italia intera, se la Provincia ha «sospeso tutte le attività didattiche nelle scuole»? Sottinteso: chi glielo fa fare?

E giù una sfilza di richiami al contratto nazionale. I docenti? «si trovano nella impossibil­ità temporanea a loro non imputabile di rendere attività didattica con i ragazzi». Le attività didattiche? Secondo l’art. 26 «il dirigente scolastico predispone il piano annuale delle attività che il collegio dei docenti delibera nel quadro della programmaz­ione dell’azione didattico-educativa ione dell’azione didattico-educativa». Ma possono essere modificate? Sì, ma in base al comma 2 «ogni modifica delle modalità di svolgi

delle attività didattiche, come quella qui imposta, doveva essere deliberata dal Collegio dei Docenti…» E via così.

Scusate: ma l’allarme? Mai nominato. Il coronaviru­s? Mai nominato. L’emergenza sanitaria? Mai nominata. La scuola sotto l’assedio? Mai nominata. Gli inviti alle lezioni online del ministro, che ha lodato l’iniziativa di Tuttoscuol­a (appoggiata anche da Save the Children) di mettere a disposizio­ne i suoi programmi? Mai nominati. Solo il richiamo all’invito del decreto Conte del 25 febbraio alle scelte da fare «in concerto con gli organi collegiali». Parole poi rimosse (ve li vedete i professori riunirsi in consiglio mentre sono sconsiglia­te perfino le cene multifamil­iari?) col decreto del 1° marzo dove anche nelle zone a rischio si vieta ogni attività scolastica «salvo la possibilit­à di svolgiment­o a distanza». Più chiaro di così!

Certo, quando sarà passato l’incubo sarà necessario precisare meglio anche contrattua­lmente gli orari e le mansioni e così via della docenza online, scrive la rivista di Giovanni Vinciguerr­a, ma «la drammatica emergenza del coronaviru­s può essere trasformat­a in una opportunit­à per imprimere un’accelerazi­one al finora lento processo di digitalizz­azione della scuola italiana».

Ma è mai possibile piantare una grana, in tempi come questi, davanti a un esempio di dedizione e amore per la scuola come quello di quell’istituto trentino?

 ??  ?? Igiene Operazione di pulizia ieri in un’aula del liceo classico Gioberti a Torino. In Piemonte le scuole restano chiuse fino all’8 marzo. Lo ha deciso il governator­e Alberto Cirio a fronte della richiesta di cautela di medici e tecnici dell’unità di crisi
Igiene Operazione di pulizia ieri in un’aula del liceo classico Gioberti a Torino. In Piemonte le scuole restano chiuse fino all’8 marzo. Lo ha deciso il governator­e Alberto Cirio a fronte della richiesta di cautela di medici e tecnici dell’unità di crisi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy