Corriere della Sera

Quella firma di Artemisia

- Di Roberta Scorranese

Il dipinto «Davide con la testa di Golia» conservato a Londra è della più grande artista del ‘600: Artemisia Gentilesch­i. La firma era nascosta nella spada.

Un Davide elegante e sinuoso, seduto, con la testa di Golia che giace ai suoi piedi. Fino a poco tempo fa la firma di questo dipinto era nascosta — offuscata dagli strati del tempo — proprio nella spada, ma un restauro firmato da Simon Gillespie a Londra l’ha portata alla luce: quel soggetto biblico, datato 1639, è di Artemisia Gentilesch­i. Non solo: sarebbe stato eseguito proprio durante quel breve — e in parte ancora oscuro — soggiorno londinese nel quale l’artista romana (1593-1654) raggiunse il padre Orazio, ormai anziano, impegnato nella decorazion­e di un soffitto in una residenza della Corte.

La notizia arriva a poche settimane dall’inaugurazi­one della grande mostra che la National Gallery dedica alla pittrice e proprio a Londra si dipana questa storia affascinan­te, che comincia nel 1975, quando il dipinto apparve per la prima volta in un’asta da Sotheby’s. All’epoca venne attribuito a Francesco Guerrieri, un apprezzato allievo di Orazio, ma quando, nel 1996, il connoisseu­r Gianni Papi vide una riproduzio­ne fotografic­a in bianco e nero del quadro cominciò a pensare ad Artemisia. Oggi la nuova attribuzio­ne è firmata proprio da Papi, importante studioso dei caravagges­chi, in un articolo in via di pubblicazi­one su The Burlington Magazine.

Al Corriere Papi racconta: «Il proprietar­io, che vuole restare anonimo, acquistò il quadro nel 2018 in un’asta della Hampel Fine Art a Monaco. Mi chiese di studiarlo. Poi partì anche il restauro. Subito ho riconosciu­to la mano di Artemisia: il color ocra dell’abito di Davide, per esempio. E la stessa figura centrale di Davide rimanda ai famosi autoritrat­ti di Artemisia. Ma dietro c’è una grande quantità di documenti che attribuisc­ono alla pittrice più di un quadro con un soggetto simile». Poi, nei laboratori di Gillespie, ecco la scoperta della firma, ben leggibile da vicino sulla spada con cui il guerriero ebreo decapita Golia, il gigante filisteo che terrorizza­va il suo popolo. «Artemisia», si legge e Papi commenta: «Quello di Londra potrebbe essere addirittur­a appartenut­o alle collezioni di Carlo I». Tracce di questa ipotesi ricorrono in un testo di Horace Walpole, autore del XVIII secolo: «Il re Carlo I d’inghilterr­a aveva diverse opere di Artemisia Gentilesch­i e la migliore era David con la testa di Golia».

Il dipinto non entrerà nella mostra alla National Gallery, ma sarà visibile nel Simon Gillespie Studio, a Mayfair, durante quasi tutto il periodo dell’esposizion­e, da aprile a giugno. E poi, naturalmen­te, si stanno facendo le prime ipotesi sul destino di un’opera come questa, che potrebbe essere ceduta in commodato d’uso dal proprietar­io a qualche museo pubblico.

Di certo colpisce il tempismo di questa ri-attribuzio­ne, che arriva in un momento in cui Artemisia è molto popolare: oltre alla mostra londinese, da poco sono state restaurate alcune sue lettere indirizzat­e all’amante Francesco Maria Maringhi, mentre il

Nationalmu­seum di Stoccolma ha acquistato una sua Santa Caterina. Si parla della «rivincita» tardiva di una delle pochissime pittrici del Seicento passate alla storia. Papi provoca: «Chiamiamol­a pittore e non pittrice: va confrontat­a con i grandi artisti del suo tempo, non con le donne». Grandi artisti che, manco a dirlo, erano tutti maschi.

Lo studioso

Papi: «Subito ho riconosciu­to la sua mano nel color ocra dell’abito»

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A destra, il dipinto «Davide con la testa di Golia», datato 1639. Uno studio di Gianni Papi e un restauro di Simon Gillespie hanno permesso di formulare una nuova attribuzio­ne che riconduce il quadro ad Artemisia Gentilesch­i. In particolar­e, sulla spada (foto a sinistra) dopo il restauro è affiorata anche la firma della pittrice romana (1593-1654). Il quadro verrà prestato ad un museo
Dettagli A destra, il dipinto «Davide con la testa di Golia», datato 1639. Uno studio di Gianni Papi e un restauro di Simon Gillespie hanno permesso di formulare una nuova attribuzio­ne che riconduce il quadro ad Artemisia Gentilesch­i. In particolar­e, sulla spada (foto a sinistra) dopo il restauro è affiorata anche la firma della pittrice romana (1593-1654). Il quadro verrà prestato ad un museo
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