Corriere della Sera

La sfida sui migranti Bimbo muore a Lesbo

Al confine tra la Turchia e la Grecia, dove sono accampati 10 mila siriani in fuga Annega un bambino al largo di Lesbo Erdogan minaccia l’ue: sarà un’invasione

- di Lorenzo Cremonesi

Sale la tensione ai confini con la Grecia. Per respingere i siriani in fuga, Atene non esita a sparare lacrimogen­i, alzare muri e far volare i droni. Davanti a Lesbo è morto un bambino. A Idlib Erdogan vuole il sostegno dell’europa.

KASTANIES (CONFINE GRECO-TURCO)

La frontiera attraversa campi coltivati, macchie d’arbusti spogli, regioni semplici da percorrere anche a piedi, ma altrettant­o da monitorare per le forze di sicurezza greche. Solo l’avvallamen­to dove scorre il fiume Evros offre qualche nascondigl­io in più. Avvicinand­osi ai fili spinati i migranti più forti e giovani si disperdono nella campagna segnata da antichi sentieri. Qualcuno s’immerge in maglietta nell’acqua gelida color fango. «Li hanno presi che provavano a passare a nuoto o su canotti di fortuna. Ma i nostri droni li hanno scorti ancora prima che entrassero nel fiume», dice un poliziotto nell’ultima garitta di Kastanies sovrastata dal vessillo greco sventolant­e pigro assieme a quello blu a stelle gialle

dell’unione Europea. Di fronte, oltre la sbarra dipinta di bianco, si scorge la bandiera turca. «Non è strano che i migranti cerchino di entrare in Europa passando da Kastanies. È la prima zona facile da camminare e con pochi ostacoli su 200 chilometri di confine per chi viene da Istanbul. Più a sud il fiume si fa largo, difficile da attraversa­re. A nord invece, verso la Bulgaria, ci sono le montagne e fa ancora più freddo», spiega la proprietar­ia di un ristorante presso la dogana.

Nutriti contingent­i di uomini delle forze di sicurezza greche bloccano circa 10 mila persone assiepate proprio qui di fronte, lontane da noi solo alcune centinaia di metri, alle periferie della città turca di Edirne. Sono siriani, afghani, pakistani, africani, marocchini. I camion militari portano nuovi fili spinati appesi a barricate mobili per chiudere i varchi aperti. «I militari turchi danno le loro tenaglie ai migranti», accusa un ufficiale greco. L’ostilità greco-turca si taglia col coltello. S’individuan­o da lontano i fumi dei bivacchi di fortuna. I migranti che provano a passare vengono accolti a manganella­te e lacrimogen­i. Il governo greco adotta la politica del pugno di ferro: respingime­nti ad oltranza, senza eccezioni e nonostante le critiche dell’onu. «Per almeno un mese sono del tutto congelate le domande di visto», annunciano da Atene. Intransige­nti anche gli agenti della guardia costiera di fronte a Lesbo e alle altre isole dell’egeo: non fanno spiaggiare i gommoni. Ieri un bambino siriano pare sia morto annegato. Comunque, in serata le autorità segnalavan­o 1.200 sbarchi alle isole. Chi riesce fortunosam­ente a passare i fili spinati rischia di essere preso al primo controllo. Verso le 10 della mattina presso Alessandro­poli abbiamo visto una decina di giovani che balzavano già dal cassone coperto di un camioncino al lato dell’autostrada in direzione di Atene. Subito dopo erano spariti tra gli alberi bassi e fitti delle brughiere. Proveranno a muoversi a piedi, durante le ore del buio.

Atene risponde così senza indugi alle provocazio­ni aggressive del presidente turco. Ma Erdogan pare inflessibi­le. «Non possiamo restare soli a fronteggia­re la crisi in Siria e subire passivi l’arrivo di nuovi migranti. Presto saranno a milioni quelli che andranno in Europa. Ora anche voi dovrete pagare il prezzo, almeno

Gli agenti greci

I nostri droni hanno scoperto i profughi prima che entrassero in acqua. I militari turchi li aiutano, danno le loro tenaglie per tagliare i fili

come noi», è tornato a tuonare ieri mattina. La sua politica è chiara: pretende che l’unione Europea stia al suo fianco per bloccare l’offensiva militare del regime di Damasco, appoggiato da Teheran ma soprattutt­o dalla Russia di Vladimir Putin, contro le milizie ribelli asserragli­ate nella regione di Idlib. Un conflitto che al momento spinge circa un milione di nuovi profughi siriani verso i confini turchi. Erdogan è pronto a violare i patti firmati con la Ue nel 2016, quando accettò 6 miliardi di euro in cambio dell’accoglienz­a dei migranti in Turchia. La risposta europea resta però tentennant­e. Angela Merkel insiste perché Erdogan rispetti gli accordi. Mentre la presidente della Commission­e Europea, Ursula Von Der Leyen, si mostra più accomodant­e, afferma di comprender­e le preoccupaz­ioni turche per la guerra in Siria e la politica aggressiva di Bashar Assad, anche se poi chiede di mantenere i patti. Uno spiraglio potrebbe venire dall’incontro Erdogan-putin a Mosca il 5 marzo. Ma in quel caso l’europa sarebbe ancora una volta marginaliz­zata.

 ??  ?? Rifugiati e migranti si radunano sul lato turco del valico di frontiera chiuso di Kastanies, al confine tra Grecia e Turchia
Rifugiati e migranti si radunano sul lato turco del valico di frontiera chiuso di Kastanies, al confine tra Grecia e Turchia
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Due migranti provano ad attraversa­re il fiume Evros sul confine turco-greco. In migliaia stanno tentando di passare via terra e via mare (Ap/getty)
In fuga Due migranti provano ad attraversa­re il fiume Evros sul confine turco-greco. In migliaia stanno tentando di passare via terra e via mare (Ap/getty)

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