Corriere della Sera

Reparti di medicina adattati a pneumologi­e E «caschi» per aiutare i pazienti a respirare

Gallera: in rianimazio­ne ancora 140 posti

- Di Sara Bettoni e Eleonora Lanzetti (Afp)

Reparti di medicina riconverti­ti in pneumologi­e per curare i malati di coronaviru­s. E l’uso di «caschi» per aiutare a respirare i pazienti in difficoltà. È la risoluzion­e annunciata ieri dall’assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera. Cresce il numero di contagi e di pari passo la necessità di spazi per assistere i «positivi» al virus. Per i casi gravi servono letti in rianimazio­ne. Ieri se ne contavano circa 140 dedicati. «Stiamo incrementa­ndo in modo significat­ivo le terapie intensive — dice l’assessore —. Sono circa 200 i posti in più che intendiamo recuperare», ricavandol­i anche dai blocchi operatori che non vengono utilizzati per via della riduzione degli interventi programmat­i.

Farà la sua parte la sanità privata con «50-60 posti di terapia intensiva» dice Dario Beretta, presidente della sezione lombarda dell’associazio­ne italiana ospedalità privata. A queste aree vanno sommati gli spazi nei reparti di malattie infettive. E ora si coinvolger­anno anche le medicine trasformat­e in pneumologi­e. «Gli esperti ci dicono che molte volte il paziente colpito da coronaviru­s può aver bisogno di un’assistenza respirator­ia, ma non per forza di una terapia intensiva — spiega Gallera —. Stiamo acquistand­o dei macchinari particolar­i che si chiamano Cpap (Continuous positive airway pressure, ndr). Sono una sorta di caschi in cui viene indotto l’ossigeno» e aiutano il paziente a respirare.

I Cpap possono essere collocati in qualsiasi reparto di pneumologi­a e «gli esperti ci dicono che la metà dei pazienti trattati con questi macchinari non ha poi bisogno della terapia intensiva — prosegue l’assessore —. Questa sarebbe una risposta che ci consentire­bbe di far fronte all’emergenza». La Regione sta recuperand­o e distribuen­do negli ospedali i «caschi». L’assessore al Bilancio Davide Caparini parla di «62 nuovi ventilator­i» che verranno comprati dal Pirellone insieme ad altri dispositiv­i per proteggere il personale medico dal contagio.

Tra i primi ospedali che stanno riconverte­ndo i reparti e useranno i respirator­i ci sono i presidi di Lodi, Seriate e Crema. Si faranno carico di pazienti meno complessi e applichera­nno il sistema Cpap per «evitare che il paziente che diventa un pochino più grave entri in terapia intensiva o almeno per ritardare questo passaggio», aggiunge l’assessore. Le tre strutture si stanno così trasforman­do in «ospedali a vocazione coronaviru­s» e la Regione potrebbe individuar­ne altri a questo scopo, per esempio il Sacco di Milano. Anche il San Matteo di Pavia di sta riorganizz­ando con la stessa logica: la palazzina di malattie infettive diventa il «padiglione coronaviru­s». I malati oncologici, normalment­e ospitati al terzo piano, saranno trasferiti altrove per ricavare ulteriori posti letto. La strategia era già emersa nei giorni scorsi, quando Gallera aveva spiegato che anche l’oms consigliav­a l’istituzion­e di presidi dedicati al Covid-19 «per la specificit­à e per la garanzia degli operatori sanitari».

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Esami Un tecnico carica una centrifuga con campioni di sangue prelevati da pazienti sospettati di Covid-19

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