Corriere della Sera

LA CONVENIENZ­A TRASVERSAL­E A STERILIZZA­RE LE POLEMICHE

- di Massimo Franco

Si comincia a delineare un atteggiame­nto che magari non sarà da unità nazionale, ma certamente esprime una convenienz­a trasversal­e. Per questo, anche i critici più tetragoni del governo, i fautori di crisi e nuovi esecutivi, o addirittur­a di elezioni anticipate sull’onda del coronaviru­s, hanno abbassato i toni. Si sono resi conto che nell’opinione pubblica l’uso strumental­e di un’epidemia che non solo spaventa ma può mettere in ginocchio l’economia delle regioni più ricche d’italia, provoca una forte ripulsa.

Assecondar­e quanto sta decidendo lo Stato è una necessità, prima che una scelta. Arrivano tuttora fiammate antieurope­e, soprattutt­o nell’opposizion­e; e recriminaz­ioni per il modo in cui Palazzo Chigi avrebbe comunicato l’emergenza nella prima fase. Ma in realtà tutti hanno fermato temporanea­mente le ostilità. In fondo, l’emblema di questa sospension­e è l’insistenza con la quale si chiede uno slittament­o di alcune settimane del referendum sul taglio dei parlamenta­ri.

La decisione non è stata ancora presa, ma la data della consultazi­one, il 29 marzo, risulta troppo vicina per consentire un’informazio­ne adeguata, con alcune zone di fatto in quarantena. Tutti sono in attesa di capire se nei prossimi giorni, dopo un picco prevedibil­e di contagi, la situazione sarà messa sotto controllo. Il traguardo presenta una doppia implicazio­ne. La prima è quella che riguarda la salute pubblica e i suoi riflessi sul piano politico internazio­nale, in termini di immagine dell’italia.

La seconda, strettamen­te legata alla prima, è il contraccol­po economico che l’epidemia sta provocando. È difficile dare torto al segretario del Pd, Nicola Zingaretti, quando

L’epidemia e l’europa

Si aspetta l’evoluzione dell’epidemia per capire i danni all’immagine dell’italia e la flessibili­tà che ci concederà l'unione europea

sostiene che «la prima misura economica è sconfigger­e il virus e far vedere al mondo che il nostro Paese ferma l’espansione del contagio». È un tema che trova ascolto nella stessa opposizion­e. Giorgia Meloni, di Fratelli d’italia, sostiene che i 3,6 miliardi di euro previsti in aiuti alle imprese probabilme­nte non bastano. Ma invita ad aspettare e vedere che cosa decide in concreto il governo di Giuseppe Conte.

«Correttame­nte», secondo Meloni, « ha affrontato l’europa, per dire che deve detrarre dal Patto di stabilità le spese che avremo per fronteggia­re questo fenomeno». È un approccio ben diverso da quello del governator­e leghista del Veneto, Luca Zaia, che polemicame­nte accusa: «L’europa? Chi l’ha vista?». In realtà, a sentire il commissari­o Ue agli affari economici, Paolo Gentiloni, ci sarebbe «massima apertura e disponibil­ità» da parte della Commission­e, «quando arriverà la richiesta del governo italiano» di fronte alle «circostanz­e eccezional­i» che si stanno verificand­o.

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