Polemica su Pio XII. «Non si oppose al treno per il lager»
La Comunità ebraica dopo la pubblicazione delle carte di papa Pacelli: si riveleranno un boomerang
ROMA «Nulla cambierà nei rapporti tra noi e la Chiesa di Roma, con la grande intesa che s’è ormai creata negli anni — assicura Riccardo Pacifici, esponente del mondo ebraico italiano —. Io però mi identifico totalmente in ciò che ha detto il rabbino Di Segni».
Il rabbino capo di Roma, ieri, ha reagito con indignazione alle parole del direttore dell’archivio della Sezione Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato vaticana, Johan Ickx, che nel giorno della pubblicazione dei documenti del pontificato di Pio XII ha voluto anticipare il contenuto di alcuni fascicoli che a suo giudizio confermerebbero gli aiuti di papa Pacelli agli ebrei durante gli anni della persecuzione nazista.
Ma il rabbino capo di Roma ha contestato con forza questa lettura: «È molto sospetto questo sensazionalismo, con i fascicoli già pronti e le conclusioni facili proposte sul vassoio — ha detto Di Segni —. Basta poco per rendersi conto che le scarse rivelazioni si riveleranno un boomerang per gli apologeti a ogni costo. Si vede chiaramente che non ci fu volontà di fermare il treno del 16 ottobre 1943 e che gli aiuti furono ben mirati a tutela dei battezzati». Il treno «del 16 ottobre» sono i 28 vagoni piombati che dopo il rastrellamento del Ghetto ebraico a Roma partirono due giorni dopo dalla stazione Tiburtina alla volta di Auschwitz con 1.022 deportati. Torneranno in 16.
«Dopo aver detto che ci vorranno anni di studio — ha continuato ieri Di Segni — ora la soluzione uscirebbe già il primo giorno come il coniglio dal cilindro del prestigiatore. Per favore, fate lavorare gli storici». In effetti, ci sono voluti 13 anni per ordinare 16 milioni di fogli, più di 15 mila buste e 2.500 fascicoli dal 1939 al 1958. Ma papa Francesco è stato di parola e ieri, 2 marzo — 81° anniversario dell’elezione di Eugenio Pacelli
nonché giorno del suo compleanno — le carte sono state pubblicate. «Ora servirà un lungo lavoro di studio», aveva detto il prefetto dell’archivio apostolico vaticano, Sergio Pagano. E invece è subito polemica: «Resto convinto — conclude Pacifici — che non vi fu alcun ordine di salvare gli ebrei da parte di Pio XII e penso anzi che più si tenta di riscrivere la storia in suo favore, meno si dà onore alle tante azioni coraggiose di singoli uomini e donne di Chiesa, di singoli conventi, che misero a rischio la propria sorte per salvare gli ebrei».