L’industria nautica non sente la crisi Il fatturato vola a quota 4,7 miliardi
È il sesto anno consecutivo di crescita. Italiani metà degli yacht in costruzione nel mondo
È un «avanti adagio» dettato più dalla prudenza che dalle stime reali quello che la nautica italiana si è data come prospettiva di breve e medio periodo in questo surreale inverno del coronavirus. Nel periodo classico nel quale si tirano le somme del passato e si tracciano le linee guida per il futuro, i numeri girano ancora una volta al positivo.
I dati raccolti all’interno di Monitor, il rapporto annuale messo a punto da Confindustria Nautica e Fondazione Edison, confermano le stime di crescita 2019 del 9,7% del fatturato, che raggiungerebbe il valore di 4,68 miliardi di euro. Si tratta del sesto anno consecutivo di ripresa, che porta ad un incremento del fatturato del 92% dai minimi del 2013. Nello specifico i dati indicano una crescita dell’11,1% per le nuove barche e del 6,9% per il comparto degli equipaggiamenti, inclusi accessori e motori marini.
Per il 2020, in base alle elaborazioni dell’ufficio Studi di Confindustria Nautica, il 62% delle aziende prevede una nuova crescita del fatturato: il 37% indica un aumento fino a +5%, il 14% una crescita compresa tra il 10% e l’11% un incremento superiore al 10%, per il 27% il 2020 è giudicato anno di stabilità, a fronte dell’11% che prevede una contrazione inferiore al 5%. Fra i mercati che procedono con un trend positivo — sulle indicazioni del Market Intelligence Taskforce di ICOMIA, la federazione internazionale delle industrie nautiche — si distinguono gli Usa, in crescita per il nono anno consecutivo, e molte nazioni europee, tra cui Italia e Francia. Finita l’incertezza sulla Brexit, anche il Regno Unito è dato in crescita, mentre la Germania dovrebbe arretrare. Il Global Order Book, elaborato da Boat International, posiziona la nostra industria al top mondiale per ordini di unità oltre i 24 metri, con 398 yacht in costruzione su 807 a livello globale. La quota italiana è il 49,3% (+3,6%) annua. I primi tre cantieri dell’order Book sono italiani: Benetti-azimut, Ferretti e Sanlorenzo.
Il parco nautico mondiale, dati 2018, conta quasi 33 milioni di imbarcazioni: 16 milioni negli Usa e 5 milioni in Europa. Nel nostro continente, Norvegia e Svezia contano 700 mila barche, seguite dall’italia, con circa 577 mila, delle quali 480 non immatricolate (imbarcazioni a motore e vela, canoe, kajak, pedalò e altri natanti a remi). Seguono
Finlandia, Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi e Germania con oltre 400 mila unità. Per quanto riguarda l’italia, in base ai dati Assilea, una spinta è arrivata dal leasing nautico, tornato a crescere dopo la contrazione del 2018, con un saldo pari a 512,2 milioni di euro con un +29,9% per la nautica da diporto.
Altro punto di forza di un’italia baricentro marittimo del Mediterraneo sono i porti. Nel maggior numero di casi — 462, il 59% del totale — si tratta di porti polifunzionali (prevalentemente pubblici o a gestione pubblica), seguiti dai 236 punti di ormeggio a carattere stagionale e da 84 marine interamente dedicate al diportismo. Sicilia e Sardegna hanno il maggior numero di infrastrutture – 141 e 118 – seguite da Liguria (che ha il maggior numero di posti, 22 mila), Puglia, Campania e Toscana, con oltre 60 strutture.