Io, l’ex cattivo ragazzo
Mark Wahlberg: torno nella città della mia gioventù violenta (ma stavolta faccio il poliziotto)
non va negli uffici dei suoi superiori e non riesce a far finta di niente. Quando poi esce dal carcere vorrebbe cambiare vita, andare a vivere altrove, ma naturalmente viene risucchiato dalla sua assoluta incapacità di voltarsi dall’altra parte di fronte alla prevaricazione».
Le somiglia?
«Non lo so, ma certo vorrei essere come lui, un eroe che ha tutte le qualità che ognuno di noi vorrebbe avere. Mi piace pensare che, vedendo accadere un fatto ingiusto, sarei abbastanza coraggioso da intervenire e fare quello che è nelle mie possibilità».
Le è mai capitato?
«Non certo a questi livelli».
Lo scorso anno, a margine dello scandalo che coinvolse Kevin Spacey, lei donò il milione e mezzo ottenuto per il ritorno sul set di «Tutto il denaro del mondo» a cause di beneficenza. Lo fece dopo aver saputo che Michelle Williams, per lo stesso impegno, aveva ottenuto solo mille dollari. È servito?
«Credo di sì. Mi sembra che oggi ci sia più consapevolezza e più attenzione, oltre che migliori opportunità per le donne. È comunque un bene che la gente finalmente alzi la voce e si faccia sentire, ora sta accadendo».
Spenser prende, ma soprattutto dà, molti pugni. Ha dovuto allenarsi?
«Erano coreografie, abbiamo dovuto provarle ma non è come combattere davvero».
Com’è nato il sodalizio con Peter Berg?
«Avevamo lo stesso agente che ci ha messi in contatto. Poi lavorando a Lone Survivor ci siamo piaciuti, si è creato un legame che ora posso definire fraterno e da allora abbiamo iniziato a cercare altri progetti insieme».
Netflix e gli altri servizi di streaming hanno stravolto Hollywood, è sempre un bene o ora c’è troppa offerta?
«È un bene, con la vita che facciamo oggi, frenetica sempre di corsa e poi, con tutto quello che succede oggi, poter decidere quanto e cosa guardare, nella sicurezza della propria casa è un’ottima cosa. Certo, mi piacerebbe che la gente non smettesse di andare al cinema, ma avere la scelta è ottimo».
d Sono cresciuto in un quartiere difficile, dove impari solo a bere, rubare e fare a botte Però sono riuscito a cambiare rotta
Guarda le serie tv con i suoi quattro figli?
«Non ho tempo e i ragazzi non guardano più la televisione, ogni tanto magari vediamo un film insieme ma hanno quell’età in cui si ama far poco insieme ai genitori. Cerco ugualmente di avere momenti di gioco e di risate con loro, credo sia importante».
Il finale di «Spenser» lascia spazio a un sequel.
«Se il pubblico risponderà con entusiasmo ci penseremo, l’autore dei gialli ci ha fornito materiale per sviluppare altre storie».