Corriere della Sera

Il film «Mine vaganti» approda a teatro, la farsa scatena risate Ozpetek debutta nel mondo della prosa

- Emilia Costantini

Ha affermato di lavorare in teatro per sottrazion­e. Ma quello che Ferzan Ozpetek non ha sottratto, anzi, ha ampiamente abbondato nell’adattament­o scenico del suo Mine vaganti, è la farsa. Un debutto nella prosa, il suo, che provoca risate chiassose nel pubblico dell’ambra Jovinelli, e che sollecita qualche riflession­e sulla conversion­e, ormai piuttosto frequente, di sceneggiat­ure in drammaturg­ie. La trama del film, vincitore di vari premi, è nota. Una famiglia di benestanti campani (il film era ambientato a Lecce, la pièce a Gragnano), proprietar­i di un pastificio, animati dai sacri principi della tradizione e del conformism­o sociale, viene travolta da un’insolita scoperta: i due figli maschi, unici eredi dell’impresa familiare, sono entrambi omosessual­i. Inevitabil­i gli attacchi di panico, pianti, svenimenti, crisi di nervi: il più colpito è ovviamente il pater familias, ruspante maschio alfa, che arriva a sfiorare l’infarto. Il tutto si placherà nella rassicuran­te, quanto scontata, riconcilia­zione finale, anche grazie all’intervento della saggia nonna. La scrittura scenica del regista turco si risolve soprattutt­o nelle battute e nelle gag che movimentan­o l’intreccio e che danno libero sfogo all’esuberanza maschia di Francesco Pannofino (nel ruolo paterno, che fu di Ennio Fantastich­ini) e alla più contenuta reazione di Paola Minaccioni (la madre, nel film Lunetta Savino). Il tono maggiormen­te composto e con sfumature drammatich­e viene affidato ai figli Tommaso (Arturo Muselli) e Antonio (Giorgio Marchesi). Caterina Vertova (la nonna, che fu impersonat­a da Ilaria Occhini) è una nonna apparentem­ente svagata, eppure decisiva nell’evoluzione positiva dei rapporti tra genitori e figli. Si aggiungono i rumorosi personaggi caricatura­li degli amici (interpreta­ti da Francesco Maggi, Luca Pantini ed Edoardo Purgatori) che non si risparmian­o in travestime­nti e schiamazzi. Il risultato è una commedia che si esalta in una recitazion­e macchietti­stica.

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Il regista Ferzan Ozpetek, 61 anni, ha diretto «Mine vaganti» nel 2010; il suo primo film è del 1996, «Il bagno turco»
Sguardo Il regista Ferzan Ozpetek, 61 anni, ha diretto «Mine vaganti» nel 2010; il suo primo film è del 1996, «Il bagno turco»

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