Il film «Mine vaganti» approda a teatro, la farsa scatena risate Ozpetek debutta nel mondo della prosa
Ha affermato di lavorare in teatro per sottrazione. Ma quello che Ferzan Ozpetek non ha sottratto, anzi, ha ampiamente abbondato nell’adattamento scenico del suo Mine vaganti, è la farsa. Un debutto nella prosa, il suo, che provoca risate chiassose nel pubblico dell’ambra Jovinelli, e che sollecita qualche riflessione sulla conversione, ormai piuttosto frequente, di sceneggiature in drammaturgie. La trama del film, vincitore di vari premi, è nota. Una famiglia di benestanti campani (il film era ambientato a Lecce, la pièce a Gragnano), proprietari di un pastificio, animati dai sacri principi della tradizione e del conformismo sociale, viene travolta da un’insolita scoperta: i due figli maschi, unici eredi dell’impresa familiare, sono entrambi omosessuali. Inevitabili gli attacchi di panico, pianti, svenimenti, crisi di nervi: il più colpito è ovviamente il pater familias, ruspante maschio alfa, che arriva a sfiorare l’infarto. Il tutto si placherà nella rassicurante, quanto scontata, riconciliazione finale, anche grazie all’intervento della saggia nonna. La scrittura scenica del regista turco si risolve soprattutto nelle battute e nelle gag che movimentano l’intreccio e che danno libero sfogo all’esuberanza maschia di Francesco Pannofino (nel ruolo paterno, che fu di Ennio Fantastichini) e alla più contenuta reazione di Paola Minaccioni (la madre, nel film Lunetta Savino). Il tono maggiormente composto e con sfumature drammatiche viene affidato ai figli Tommaso (Arturo Muselli) e Antonio (Giorgio Marchesi). Caterina Vertova (la nonna, che fu impersonata da Ilaria Occhini) è una nonna apparentemente svagata, eppure decisiva nell’evoluzione positiva dei rapporti tra genitori e figli. Si aggiungono i rumorosi personaggi caricaturali degli amici (interpretati da Francesco Maggi, Luca Pantini ed Edoardo Purgatori) che non si risparmiano in travestimenti e schiamazzi. Il risultato è una commedia che si esalta in una recitazione macchiettistica.