Se si può, Juve-inter aperta
Nel weekend recupero delle gare rinviate, lunedì sfida scudetto
avrà il tempo per preparare la storica trasferta di Valencia.
È presto per dire che tutto si è risolto. Ma la Lega è sembrata aver compreso la gravità della situazione. La svolta ieri mattina, dopo un incontro a Roma tra Dal Pino e il presidente della Federcalcio Gravina, con Marotta e Lotito in conference call. Dal Pino, messo nel mirino per aver rinviato sei partite, prendendo una decisione perlomeno azzardata, si è impegnato per uscire dall’impasse e mettere d’accordo i litigiosi presidenti di serie A. Gravina lo ha aiutato e adesso, con un lavoro diplomatico, sta cercando di ottenere la deroga dall’uefa per poter giocare la finale di Coppa Italia il 20 maggio a Roma, anche se l’olimpico andrebbe consegnato due giorni prima all’organismo internazionale.
Ma in piena emergenza coronavirus, è inutile guardare troppo avanti. Meglio rimanere concentrati sul presente. Domani sera alle 20.45 Juventus-milan, semifinale di Coppa Italia, si dovrebbe giocare a porte aperte. Il condizionale è d’obbligo. Per adesso sia il governatore Cirio, che il prefetto Palomba, non hanno modificato le disposizioni del governo. Anche Napoli-inter, giovedì, è a porte aperte.
Ma l’allarme valica i confini nazionali. Gianni Infantino, presidente della Fifa, in eterna lite con l’uefa e voglioso di far polemica gratuita, parla «di Euro 2020 a rischio». La Federcalcio europea smentisce con decisione: non cambia nulla. Anche se è chiaro che tutto dipenderà da cosa succederà nei prossimi mesi. E per il momento non cambia neppure la Champions. Il Lione ha chiesto di giocare la partita di ritorno con la Juventus in campo neutro, ma per adesso la richiesta è caduta nel vuoto. E la Federazione inglese ha confermato l’amichevole con l’italia, in programma il 27 marzo a Wembley. Prove di normalità in un momento difficile.
Coppa Italia
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