L’anca tormenta Murray: all’orizzonte un’altra operazione
Un terzo intervento gli farebbe saltare Wimbledon e Giochi: «Mi manca il tennis, ma non mi arrendo»
Lo schiocco secco delle martellate con cui il chirurgo gli impianta l’elemento di titanio nell’operazione di rivestimento dell’anca, la colonna sonora più inquietante del documentario «Resurfacing». A tredici mesi dall’intervento, a cinque dal successo nell’atp 250 di Anversa che sembrava averlo rimesso al mondo, Sir Andrew Barron Murray, 33 anni il 15 maggio, potrebbe tornare sotto i ferri. «Ho un ematoma intorno all’inguine» ha spiegato lo scozzese, sintomo che farebbe pensare a una calcificazione sull’articolazione operata nel gennaio 2019 a Londra, un effetto collaterale comune. L’intervento non è complesso, ma la tempistica potrebbe mettere definitivamente a rischio la carriera di un giocatore molto amato, incrinato da una fragilità incompatibile con gli urti del circuito Atp. «Se aspettassi maggio per l’operazione, dovrei osservare un periodo di stop di almeno 6-8 settimane» ha detto Murray. Significherebbe forfait sia a Wimbledon (29 giugno-12 luglio), che all’olimpiade di Tokyo, dove Andy è campione in carica (ha due ori olimpici, oltre a tre Slam, in saccoccia), con il torneo di tennis previsto tra il 25 luglio e il 2 agosto.
Scivolato al numero 13o di un ranking che ieri ha visto Dominik Thiem scavalcare Roger Federer al terzo posto, fermo dalla Coppa Davis di Madrid, Murray potrebbe decidere di giocare con la calcificazione, rientrando a fine marzo al Master 1000 di Miami. «Mi mancano il tennis, gli Slam, il circuito. Io vorrei continuare a giocare ma a questo punto la scelta non dipende più da me». La decisione, se operarsi (sarebbe la terza volta) o no, è attesa a giorni e inevitabilmente condizionerà il futuro di Murray come tennista di alto livello. Intanto prova ad allenarsi sui campi indoor del centro tecnico nazionale di Roehampton. È il circolo dove si disputano le qualificazioni di Wimbledon. Profumo d’erba, balsamo per l’anima.